TEL AVIV. Una squadra di calcio araba, il Bney Sakhnin, ha mandato ieri su tutte le furie il governo israeliano quando, poco prima dell'inizio di una partita di campionato, ha reso pubblicamente omaggio all'uomo politico che l'aveva salvata in extremis da una grave crisi finanziaria avendo propiziato un lauto aiuto dal Qatar. L'uomo in questione - hanno annunciato gli altoparlanti dello stadio 'Doha' di Sakhnin, nel nord di Israele - era l'ex parlamentare Azmi Bishara. Nei palazzi del potere israeliano la sua figura desta spesso reazioni pavloviane di ostilità. In seguito alla guerra in Libano (2006), quando ancora sedeva alla Knesset (parlamento) da leader del partito nazionalista Balad, Bishara fu sospettato dai servizi segreti di collusione con gli Hezbollah. Nel 2007 lasciò repentinamente Israele, senza più farvi ritorno. Laureato all'Università ebraica di Gerusalemme e profondo conoscitore della società israeliana, Bishara (che ormai vive in Qatar) è spesso invitato da emittenti arabe: nei suoi interventi mantiene in genere una linea radicalmente critica verso lo Stato ebraico. Le espressioni di riconoscenza nei suoi confronti manifestate dai dirigenti del Bney Sakhnin hanno mandato su tutte le furie il ministero per lo Sport. La ministra Limor Livnat, una dirigente del Likud, ha accusato la squadra di aver "varcato una linea rossa" e si è riservata di richiedere sanzioni disciplinari. Un provvedimento che risulterebbe particolarmente doloroso perché in passato il Bney Sakhnin è stato invece additato ad esempio di sportività, visto che la squadra scende in campo con una formazione mista di musulmani ed ebrei. Nelle ore successive anche il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman è entrato nella polemica, sottolineando i trascorsi di Bishara e sollecitando il Bney Sakhnin a scegliersi un altro campionato, invece che quello israeliano: "Vadano a giocare in quello palestinese, o nel Qatar", ha tuonato. Da Gaza, anche Hamas si è sentita in dovere di intervenire, lodando il Bney Sakhnin per aver saputo "tener testa di fronte al criminale Lieberman". La vicenda ha molto amareggiato la direzione della squadra, che si dice adesso sorpresa del fracasso. Da Sakhnin viene precisato che, non avendo trovato finanziamenti in Israele, è stato deciso di chiedere aiuti in Qatar e che Bishara si è limitato ad aprire alcune porte a Doha per i dirigenti della squadra. I fondi giunti dal Qatar, viene aggiunto, non sono stati giudicati sospetti dalle autorità israeliane e tutta l'operazione - si insiste - ha avuto come finalità il sostegno dello sport nel settore arabo israeliano, dove notoriamente scarseggiano le risorse. Adesso si attende di conoscere se saranno adottate misure disciplinari. Nelle ultime settimane si sono avuti in Israele diversi episodi di intolleranza fra ebrei e musulmani. Dunque da più parti è stato suggerito alla Federazione calcio israeliana di non inasprire oltre gli animi per una vicenda che, secondo il noto commentatore Zuheir Ba'alul, "si riassume al massimo in un piccolo errore di valutazione" da parte dei dirigenti dei Bney Sakhnin.