Giovedì 19 Dicembre 2024

Coldiretti: dopo l'embargo crolla del 63% l’agricoltura italiana in Russia

CERNOBBIO. Crollano del 63 per cento in un mese le esportazioni di prodotti agricoli in Russia nel primo bilancio dell'embargo scattato dal 7 agosto con il divieto all'ingresso di una serie di prodotti agroalimentari che vanno da frutta e verdura a formaggi e pesce. È quanto emerge dall'analisi della Coldiretti sugli effetti dell'embargo ai prodotti alimentari Made in Italy in Russia presentata al Forum dell'agricoltura e dell'alimentazione a Cernobbio. Complessivamente - sottolinea Coldiretti - si è verificato un calo delle esportazioni di tutti i prodotti Made in Italy del 16,4 per cento, con un taglio di 33 milioni di euro che riguarda tutti i principali settori, dall'agricoltura al tessile (-24,8 per cento), dai mezzi di trasporto (-50,1 per cento) ai mobili (-17,8 per cento), dai farmaceutici (-32,3 per cento) agli apparecchi elettrici (-15,9 per cento). La Coldiretti ha stimato danni diretti solo nell'alimentare per circa 200 milioni di euro all'anno, ai quali si sommano quelli indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione. In particolare - precisa la Coldiretti - i settori più penalizzati sono ortofrutta, per un importo di 72 milioni di euro esportati nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro. Da segnalare che sono stati colpiti anche prodotti tipici, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano (per 15 milioni di euro) ma anche prosciutti a denominazione di origine. Le misure di sostegno messe in atto dall'Unione Europea nel settore dei prodotti ortofrutticoli e dei formaggi stagionati - osserva Coldiretti - non sono peraltro sufficienti a coprire le pesanti perdite. Altri problemi - conclude Coldiretti - vengono poi dal fatto che la Commissione Ue ha annunciato che il costo delle misure di sostegno messe in atto per far fronte ai danni causati dall'embargo russo verrà di fatto pagato dagli stessi agricoltori.

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