NEW YORK. Il virus Ebola preoccupa gli Stati Uniti, nonostante gli esperti escludano un'epidemia a New York. E, mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità ordina un milione di dosi di vaccino 'made in Italy', che al momento appare come l'unico disponibile, si mobilita anche l'Agenzia europea del farmaco (Ema). Dopo il caso scoperto a Dallas, ora l'attenzione si sposta su Washington dove un paziente con sintomi simili a ebola e che di recente aveva viaggiato in Nigeria è stato ricoverato e messo in isolamento. Sarà rimpatriato a breve invece un altro americano, il cameraman freelance impiegato dalla Nbc News in Liberia, risultato positivo al test. Cresce la paura di contagio a New York, molte le persone che corrono in ospedale dopo aver manifestato sintomi sospetti. Tuttavia, secondo le autorità sanitarie locali, la Grande Mela ha tutte le risorse per impedire un contagio di massa. "Le nostre procedure prevedono che si chieda sempre al paziente dei viaggi effettuati e se accusa febbre dopo una visita in Africa occidentale noi lo isoliamo prontamente. Lavoriamo da tempo per far si che ciò che si è verificato in Texas non accada qui", spiega Brian Koll, direttore unità prevenzione infezioni al Mount Sinai, riferendosi al caso di Thomas Duncan, il primo caso di Ebola in America non diagnosticato dai medici di Dallas. E solo oggi nell'appartamento di Duncan è finalmente cominciata la decontaminazione, che finora non era stata possibile per motivi legali. Le quattro persone che abitano con lui sono tuttora 'segregate' in casa, in stretta quarantena. A tranquillizzare sulla non diffusione per via aerea del virus oggi è anche l'Organizzazione delle Nazioni Unite. "In questo momento non c'è alcuna prova che il virus si diffonda per via aerea", precisa la missione Onu per l'emergenza Ebola (Unmeer), sottolineando come la minaccia che il virus muti ceppo per ora non sussiste: "la malattia si diffonde solo attraverso il contatto con i fluidi". Intanto in Italia, alla donna nigeriana che si era presentata al pronto soccorso di Verona è stata diagnosticata 'solo' malaria. L'incedere degli eventi mobilita anche anche l'Agenzia europea dei medicinali(Ema), che ha istituito un gruppo di esperti europei per contribuire ad una risposta globale contro il virus e ha avviato una revisione delle informazioni disponibili sui trattamenti per ebola attualmente in fase di sviluppo. "Ho richiesto al Comitato per i Medicinali per uso Umano - spiega Guido Rasi, direttore esecutivo dell'Ema - di controllare tutte le informazioni disponibili sui trattamenti sperimentali e raccogliere tutto ciò che sappiamo fino ad oggi sulla loro efficacia, sicurezza e qualità per facilitare il processo decisionale". E proprio perché il pericolo è globale, per aiutare gli sforzi contro la diffusione del virus, gli Stati Uniti si preparano ad inviare in Africa Occidentale altri 600 militari, che si vanno ad aggiungere ai 3.000 previsti nei piani originali