Giovedì 19 Dicembre 2024

Crisi in Ucraina, nuovo bombardamento colpisce il centro di Donetsk: morto un operatore svizzero

KIEV. Diventa sempre più fragile la tregua a Donetsk: all'indomani dei bombardamenti che hanno ucciso in periferia sei civili alla fermata di un'autobus ed altri quattro in una scuola nel primo giorno di lezioni, nel tardo pomeriggio di oggi il centro cittadino è stato bombardato per la prima volta dopo la firma del cessate il fuoco il 5 settembre scorso. Tiri di artiglieria hanno colpito un centro commerciale chiuso al pubblico, senza causare vittime, mentre un altro è caduto vicino all'ufficio della Croce Rossa, uccidendo un operatore svizzero, Laurent Etienne Du Pasquier, 38 anni, di Ginevra. Una equipe dell'Afp ha visto il corpo in un mare di sangue, faccia contro la terra, all'esterno dell'edificio. I ribelli hanno accusato l'esercito ucraino.  Inizialmente era stata accreditata la notizia che si trattasse di un italiano: colpa di una gaffe del vice ministro degli esteri russo Alexiei Meshkov, che aveva annunciato pubblicamente la morte a Donetsk di un operatore italiano della Croce Rossa, durante una iniziativa all'ambasciata italiana a Mosca. L'ex ambasciatore a Roma, che aveva ricevuto l'informazione via sms dal rappresentante russo presso l'Osce a Vienna, aveva pure fatto le condoglianze alla comunità italiana, ricordando che «ci sono persone che pagano per la loro solidarietà ma senza solidarietà non c'è vita».  La notizia aveva gelato il pubblico accorso per la presentazione della traduzione russa dell'ultimo libro del presidente del consiglio di sorveglianza di Banca Intesa San Paolo, Giovanni Bazoli, intervenuto insieme al nunzio apostolico a Mosca Ivan Jurokovic e al rabbino capo di Russia Berel Lazar. Poi sono arrivate le prime precisazioni dai giornalisti e dai soccorritori sul posto, che parlavano della morte di un operatore svizzero della missione locale della Croce Rossa, mentre il presidente dell' organizzazione italiana, Francesco Rocca, assicurava che «non ci sono nè volontari nè staff appartenente alla Cri operativi in Ucraina». Infine la conferma della Croce Rossa. Resta la tragedia, che questa volta coinvolge un volontario e il mondo della solidarietà.  Ricordando la morte di più civili ieri vicino ad una scuola a Donetsk e quella di diversi militari ucraini nelle ultime settimane, l'Ue si è detta «preoccupata dall'intensificarsi» dei combattimenti nell'est dell'Ucraina e ha ricordato la «necessità di uno stretto rispetto del protocollo sul cessate il fuoco del 5 settembre e del memorandum attuato dal 20 settembre». La sensazione è che nè Kiev nè i ribelli controllino pienamente le loro forze militari. Gli scontri proseguono in particolare intorno all'aeroporto di Donetsk, che i ribelli tentano ripetutamente di attaccare per toglierne il controllo ai parà ucraini. Ieri sera sono stati uccisi sette miliziani, e una decina è rimasta ferita, secondo Kiev, che riferisce di nuovi attacchi dei ribelli anche oggi, con blindati e bombardamenti. L'esercito si difende sostenendo che i suoi tiri verso Donetsk sono una risposta ai blitz nemici. Ma a farne le spese sono quasi sempre civili. Tanto che oggi il comitato investigativo russo ha aperto un'inchiesta per genocidio nei confronti del ministro della difesa ucraino, Valeri Gheletei, del capo di stato maggiore, Viktor Muzhenko, del comandante della 25/ma brigata delle forze armate, Oleg Mikas, e di altri dirigenti militari ucraini responsabili dell'operazione militare contro i ribelli filorussi delle regioni di Donetsk e Lugansk, costata finora circa 3000 morti (una settantina tra militari ucraini e civili dopo l'inizio della tregua).  Intanto è stata rinviata una riunione trilaterale tra Russia, Ucraina e Ue per tentare di risolvere il contenzioso legato al gas tra Mosca e Kiev. L'Ucraina non sembra pronta ad accettare la bozza di compromesso raggiunto a Berlino, che deve essere prima approvato dai rispettivi governi. L'inverno però si avvicina.

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