IL CAIRO. Il nuovo conflitto (in Siria e Iraq) non renderà l'Occidente più sicuro; coi raid non guadagnerete terreno": così l'ostaggio britannico Cantlie nel suo terzo video pubblicato dall'Isis. In tenuta arancione dietro ad una scrivania come nelle precedenti 'puntate', Cantlie afferma poi che lo Stato islamico non ha perseguitato e ucciso i cristiani e gli Yazidi. Poi l'attacco al discorso del presidente Usa, bollato come "irritante". Il filmato al momento è stato rimosso da Youtube. "Colpiremo i seguaci della Croce e gli interessi americani". E' la minaccia del neonato gruppo Jund al Khilafah Kinana (I soldati del Califfo in Egitto) che annuncia la sua costituzione e plaude all'alleanza con lo Stato islamico di Baghdad. Lo riferisce l'autorevole Site, il sito di monitoraggio dell'estremismo islamico sul web.
Da giorni si rincorrevano voci al Cairo sul possibile annuncio della nascita di una organizzazione ufficialmente legata all'Isis. Nei giorni scorsi fonti della sicurezza avevano rivelato all'ANSA di aver ''tracciato'' l'arrivo nel Paese, probabilmente dalla sua frontiera orientale in Sinai, di "elementi collegati all'Isis, reduci da Iraq e Siria". Intanto i jet britannici hanno compiuto il primo raid in Iraq, vicino a Mosul, nel nord del Paese, secondo l'agenzia irachena Nina.
Citando fonti mediche locali, la Nina afferma che nove jihadisti dello Stato islamico (Isis) sono rimasti uccisi nell'attacco, sul villaggio di Sada, a nord di Mosul. "L'obitorio di Mosul ha ricevuto i corpi di nove membri dell'Isis uccisi quando gli aerei britannici hanno bombardato roccaforti dell'organizzazione nel villaggio di Sada", ha detto una fonte.
Tre giorni fa il Parlamento di Londra aveva autorizzato i raid contro lo Stato islamico, ma solo sull'Iraq, non sulla Siria. Sabato due Tornado decollati dalla base di Akrotiri, a Cipro, avevano eseguito una prima missione di ricognizione sull'Iraq. "Contro i militanti dell'Isis siamo tutti nella stessa trincea". Nel giorno del primo raid britannico in Iraq, l'ambasciatore del Regno Unito a Roma, Christopher Prentice, sostiene che per sconfiggere i jihadisti dello Stato Islamico non c'è una soluzione di breve periodo e facile da perseguire, ma anche non c'è la scelta di non far nulla perché siamo veramente minacciati, come i nostri amici nella regione".
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