TEL AVIV. Israele non intende più raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia tramite negoziati con Hamas, ma piuttosto valutare la fine delle operazioni a Gaza e un ritiro unilaterale, una volta ottenuto però il ripristino della deterrenza. Sarebbe questa una delle decisioni - secondo indiscrezioni di stampa - prese ieri dal gabinetto di sicurezza.
''Se avvertiremo che la deterrenza è stata raggiunta - ha detto un esponente ufficiale, citato da Haaretz in forma anonima - lasceremo la Striscia in base al principio di 'calma in cambio di calma' (ovvero niente raid israeliani a patto che non siano lanciati razzi dalla Striscia, ndr). Se ci accorgeremo invece che la deterrenza non è stata ancora raggiunta, continueremo l'azione a Gaza, oppure lasceremo il terreno affidandoci agli attacchi aerei''.
La decisione odierna di autorizzare il ritorno della popolazione civile nel settore Nord della Striscia sembra rafforzare a breve l'ipotesi prospettata dalla fonte riportata da Haaretz. Al tempo stesso Israele cercherà - sempre secondo le indiscrezioni stampa - di raggiungere comunque intese con l'Egitto, con il presidente palestinese Abu Mazen e con la comunita' internazionale riguardo la la ricostruzione della Striscia, una prospettiva di smilitarizzazione di Hamas e la supervisione delle merci che entrano a Gaza.
HAMAS. Un ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia non ''impegna'' Hamas a niente. Lo ha detto - citato dall'agenzia palestinese Maan - il portavoce dell'organizzazione Sami Abu Zuhri, il quale ha sottolineato che Hamas ''e' pronta a continuare a combattere se necessario'', ma si regolerà a seconda di quello che succederà sul terreno.