ROMA. Lamiere bruciate, pezzi di aereo, fuoco e fumo ovunque. E soprattutto corpi. Tantissimi corpi senza vita finiti tra i detriti. È una scena apocalittica quella che si sono trovati di fronte i soccorritori del boeing 777 precipitato nel piccolo villaggio di Grabove, nella regione di Donetsk, da mesi al centro di scontri tra insorti filorussi e forze ucraine. E infatti i primi ad accorrere dopo il terribile impatto sono stati proprio i ribelli, accanto ai pompieri. Con i fucili ancora in spalla si sono messi a dare una mano ai vigili del fuoco che cercavano di domare le fiamme. Attorno, solo desolazione. Nemmeno una delle 295 persone salite sull'aereo ad Amsterdam per andare in vacanza a Kuala Lumpur, tra le quali anche bambini, è sopravvissuta. I corpi sono tutti lì, incastrati tra le lamiere, sbalzati a metri e metri di distanza,
gettati a terra, tra sedili dell'aereo, pezzi di fusoliera e la coda del Boeing, sulla quale si legge ancora il logo della Malaysia Airlines. Un impatto impressionante che ha spazzato via la campagna coprendo di cadaveri e detriti una vastissima zona del piccolo villaggio. Ma risparmiando fortunatamente le zone abitate, dalle quali la gente, attonita, continua a guardare l'impressionante colonna di fumo che si è levata dalla campagna. Che ora sembra una zona spettrale. Un aereo sul quale erano salite 280 persone provenienti da tutto il mondo e dirette in vacanza o a concludere affari di lavoro. Accolti da 15 persone dell'equipaggio, sul boeing erano decollati francesi, americani, belgi, olandesi. Uno di loro, prima di partire aveva fatto uno scherzo dissacrante, forse per scacciare un presentimento. Aveva postato una foto dell'aereo su Facebook, scrivendo: «Se dovesse sparire, questo è il suo aspetto da fuori». Un ironico riferimento all'aereo della stessa compagnia scomparso l'8 marzo scorso in volo da Kuala Lampur a Pechino, che ora ha il sapore di un tragico presagio.