SAN PIETROBURGO. "In caso di azione militare contro la Siria, la Russia aiuterà Damasco come ha fatto finora, fornendo armi e tramite la cooperazione economica e intensificando quella umanitaria" Lo ha detto Vladimir Putin rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa finale del G20 di San Pietroburgo. Il presidente russo ha confermato, inoltre, che l'incontro con il collega americano - Barack Obama - a margine del G8, pur definito "amichevole", non ha prodotto svolte sulla Siria e non ha dato luogo a convergenze.
Quanto all'attacco chimico, il presidente ha ribadito che è stata solo ''una provocazione'' per incoraggiare l'intervento militare esterno, respingendo nuovamente le accuse contro le forze governative siriane sul presunto uso di gas.
Alcuni Paesi del G20 sulla Siria si sono dichiarati contrari all'azione militare. Putin ha ammesso di "essere rimasto sorpreso" dalla decisione presa in particolare dall'India e dall'Indonesia, ma anche da Brasile e Sudafrica, sempre nel frontre del "no". ''Il premier indiano - ha raccontato Putin - ha inaspettatamente detto ieri sera che e' categoricamente contro qualsiasi intervento militare in Siria. La posizione del presidente dell' Indonesia, che e' il piu' grande Paese Islamico al mondo con una popolazione, credo, di 350 milioni di persone, e' stata una sorpresa per me. Il presidente brasiliano ha assunto una posizione assolutamente ferma, come pure il presidente sudafricano''. Quanto a Berlino, ha aggiunto, ''la cancelliera tedesca e' estremamente prudente. La Germania non vuole partecipare ad alcuna operazione militare''.
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