Martedì 26 Novembre 2024

Colorati, fantasiosi e informali L’ora degli abiti-foulard in Sicilia

Mentre sulle passerelle, per ragioni di business, sfilano i capi in lana, le pellicce, i cappotti e i tailleur, per le strade siciliane, pervase da temperature roventi, l’esigenza è vestirsi di niente, o almeno, il meno possibile.
In nome della leggerezza del peso e dei pochi centimetri di tessuto, non tutti sono disposti a girare in modo iper casual e le belle ragazze, di tutte le età, per essere chic e fresche al tempo stesso, optano per l’abito foulard. Tessuti impalpabili e svolazzamenti lo rendono piacevole non solo al tatto di chi lo porta, ma anche alla vista di chi lo ammira. L’esplosione di colori e la varietà di fantasie che caratterizzano l’accessorio che generalmente si porta strizzato al collo, si espandono su tutto il corpo, facendo apparire le signore che lo sfoggiano come bucoliche campanule, ondeggianti per le strade delle località balneari, da San Vito a Marina di Ragusa, o a pavoni colorati ad allietare le serate in riva al mare o a bordo piscina, da Agrigento a Milano.
Da qualche stagione gli stilisti omaggiano l’abito foulard declinandolo in fogge e tonalità scintillanti, in stile dea greca, impreziositi da colli gioiello per le versioni tres chic. Tra le tante proposte, c’è quella nobile di Hermés che, con il suo Carrè di seta stampata 90 x 90, foulard icona, creato nel 1937 da Emile Maurice prendendo spunto dal mouchoir de cou indossato dai soldati napoleonici, ha fatto la storia dell’accessorio, spiegandone addirittura in un libro i suoi mille utilizzi, turbanti, cinture, borse, top e abitini. Salvatore Ferragamo, invece, opta per la versione long dress elegante, ampio e leggero.
Pinko lancia una linea di abiti con foulard vintage. Dal corpo ai piedi, Espadrillas, questa stagione riveste di foulard persino le note scarpe di pezza con suola in corda. I suggerimenti di moda, poi, per le più audaci rispolverano l’uso del foulard in testa, come copricapo, purché sia perfettamente abbinato all’abito e non scada nel ridicolo.
Tra le creazioni siciliane gli abiti in seta stampata, morbidi e finissimi, sono uno dei capi che distingue lo stile di Tamara Kiria, georgiana che vive a Palermo e che si è formata come progettista di moda all’Accademia di Belle arti. La sua collezione primavera estate 2013, «Tamarioni», è realizzata con ampi foulard di seta, colorati o stampati, con tagli asimmetrici che seguono il movimento e le linee dei tessuti stessi. Sono ornati con applicazioni, a volte di materiali di riciclo e con tessuti a contrasto. Il suo mood risente delle influenze popolari, in particolare nei capi invernali. La Kiria è, infatti, anche un’artigiana del feltro e lavora la «teka» secondo la tradizione antica della sua terra dove la lana grezza veniva colorata, cardata e infeltrita e poi, dal tessuto di feltro, si creavano abiti per le popolazioni del Caucaso.
«Ho iniziato all’età di nove anni - racconta Tamara - mentre gli altri bambini disegnavano case e paesaggi, io inventavo abiti e accessori per i miei personaggi immaginari. Nelle mie creazioni fondo due culture quella orientale della Georgia, dove sono nata e quella italiana, paese d’adozione. Mentre è in Sicilia che ho scelto di restare, la terra che ha accolto le mie radici».

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