PALERMO. Uno degli scorci taorminesi che dalla mondanità del corso, attraverso un varco di cristallo in stile liberty, scopre l’azzurro del cielo e del mare, la lounge bar dell’hotel Metropole, è stato lo scenario della presentazione della collezione «La bianca Stromboli» sposa haute couture 2014, dello stilista catanese Claudio Di Mari. Ispirata all’energia del vulcano dell’isola delle Eolie, porta nomi di donna Lina, Grazia, Isabella, Nunzia, Lucia che, allo stilista, fanno pensare alla Sicilia dove è nato, ventisei anni fa, e che ha lasciato per frequentare l’istituto di design Marangoni di Milano. Per il lancio della sua quarta linea, ha sfruttato la vetrina internazionale del Festival del cinema, con ospiti vip e testimonial d’eccezione, come la velina bionda siciliana, Costanza Caracciolo che ha indossato l’unico abito blu, in una serie di bianco assoluto. Forte il richiamo alla tradizione, nei tessuti, organza di seta e chiffon, negli inserti decorativi, in pizzo chantilly, sangallo, macramê, e nelle applicazioni floreali su corpetti stretti.
Originale l’uso della rete di cotone e dell’organza garzata e modernissima, quasi «sfrontata», la scelta degli shorts abbinati allo strascico, degli spacchi vertiginosi e dello stomaco scoperto di alcuni modelli. Figlio d’arte, ha mosso i primi passi nella sartoria della madre, ha scelto di tornare in Sicilia e di vestire «le siciliane», considerate come uno status femminile.
MI. AV.