PALERMO. Non «ciuri ciuri» ma t-shirt tutto l’anno è la chiave del successo in salsa siciliana di «Nhivuru», traduzione dal dialetto di «nero», un marchio nato a Palermo tre anni fa, che ha conquistato in poco tempo Milano, la Russia e la Corea, catturando persino l’attenzione di Dolce & Gabbana. Internazionalizzare il dialetto dell’isola ed i suoi simboli, con un linguaggio ed uno stile americani, è l’idea semplice che sta alla base delle felpe e t-shirt ideate da tre amici con la passione per i viaggi, l’arte e la moda, che il lavoro se lo sono creati da soli. Sono Giuseppe Priano, esperto di web marketing ed ingegnere informatico, Giuseppe Turco, laureato in economia aziendale, brand manager e direttore commerciale di Nhivuru e Totho Priano, visual merchandiser e creative director. Ruoli dal suono straniero per un prodotto che ha come sua peculiarità la traduzione storpiata ad arte.
Apparentemente dinanzi ad una stampa di Nhivuru sembra di leggere un’insegna di Soho o di Little Italy, sobborghi di New York, ed invece si tratta di fichi d’India e sarde salate, di gamberoni e limoni, del Lapino da trasporto e di grappoli d'uva provenienti da oniriche vallate denominate «Etnashire». Il tutto scritto in un linguaggio inesistente e divertente, il «Nhivurish», che è un mix tra il latino, l’inglese ed il gergo isolano trascritto così come esce dalla bocca del popolo. «Lhimiunhi», «Mhalacarnhe», «Ahmmarunhi», «Phikurighna» sono le sfide letterali a cui ci si sottopone prima di capire una maglietta di Nhivuru ambientata generalmente alla «Vucciria District», a «Ballarò Square» o a «Capo Avenue».
La fattura di pregio e la coerenza dei dettagli è certamente il tocco di originalità che ha reso queste felpe più divertenti delle solite magliette a sfondo folkloristico ed è probabilmente la ragione per cui Domenico Dolce e Stefano Gabbana, ambasciatori della Sicilia del fashion, li hanno scelti come «uno dei nuovi brand più promettenti e stimolanti del 2012» ed esposti e venduti nelle loro vetrine di via della Spiga, a Milano. «L’idea di personalizzare alcune t-shirt – racconta Turco – si è evoluta in una collezione che si ispira alle radici siciliane e trasmutandole in un'atmosfera contemporanea e newyorkese in una ipotetica e immaginaria isola "che non c'è" del futuro, nella quale tradizioni e modernità convivono in un connubio equilibrato e perfetto». Per la prossima primavera estate, due le linee realizzate, «Angels» ispirata ai Putti barocchi che hanno la particolarità di essere al «profumo di bucato» e «Iconesdue», quella caratterizzante del marchio, che trova ispirazione nei simboli folk, il mercato del pesce, della frutta, della carne, vere e proprie gallerie a cielo aperto, reinventate come opere dadaiste, per la rivisitazione dei loghi, stile Duchamps e con un mood Preppy, tipico dei college americani alla maniera degli Hamptons, la zona di villeggiatura della New York bene. I tessuti sono il jersey, leggero e impalpabile, ed il cotone organico, i colori l’indaco, il blue dark ed il bianco, con stampe gridate e contemporaneamente delicate ed eleganti. I prezzi variano dalle 70 alle 85 euro e, sono in vendita in negozi multibrand di Spagna, Grecia, Russia e Corea. In Sicilia, ad Agrigento da Atenea, da Calabrò a Canicattì, da Ekò a Siracusa, Rainbow a Ragusa e a Palermo da Visiona e Sinagra.
Felpe e t-shirt parlano siciliano: la scommessa di tre amici
Il marchio «Nhivuru», nato a Palermo 3 anni fa, ha conquistato in poco tempo Milano, la Russia e la Corea. Il progetto piace anche a Dolce e Gabbana
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