Un cauto ottimismo per la propria situazione economica si consolida fra le famiglie italiane che vedono migliorare, in media, il loro tenore di vita mentre quasi una su due riesce a risparmiare. Una quota che tuttavia è in lieve calo rispetto al 2023 mentre si fa più rilevante il problema di quelle famiglie che lavorano, specie nelle grandi città e non riescono a mettere da parte dei fondi per far fronte a spese impreviste. Anche chi risparmia inoltre è cauto e solo un terzo investe mentre gli altri preferiscono mantenere la liquidità.
La tradizionale indagine che l’Acri cura assieme ad Ipsos in vista della 100esima giornata del risparmio che si celebra oggi, si concentra quest’anno molto sulle differenze e diseguaglianze nell’approccio al risparmio non solo territoriale ma anche fra le generazioni. Come ha spiegato il presidente Acri Giovanni Azzone durante la conferenza stampa nei giorni scorsi, le tradizionali categorie di benessere e povertà subiscono dei cambiamenti e le fondazioni si stanno attrezzando per farvi fronte modificando le loro politiche di sostegno e cura dei territori: per questi lavoratori a volte «il tema è legato a competenze inadeguate e bisogna supportarne la formazione, altre volte si tratta di persone che sono anche caregiver e non possono lavorare 8 ore al giorno». Situazioni diverse che richiedono quindi soluzioni innovative e puntuali. Malgrado le misure della manovra sulle banche comunque le fondazioni non contano di diminuire le erogazioni per il 2025 che sono invece in crescita.
Nel dettaglio della ricerca quindi aumentano le famiglie che grazie al proprio risparmio riuscirebbero a far fronte ad una spesa improvvisa importante, e più di 3 famiglie su 4, dato stabile, ritengono di essere in grado di far fronte ad una spesa improvvisa di media entità. Cresce tuttavia, dal 32 al 34, la percentuale di famiglie che dichiara di aver consumato tutto il reddito. Poco meno della metà degli italiani pensa di riuscire a risparmiare e aumenta chi prevede un miglioramento. In quanto ai consumi , quelli di base crescono, migliorano quelli per la cura di sé, diminuiscono per cene fuori casa (dopo il balzo del Post Covid), auto, elettronica e telefonia.
E malgrado il risparmio sia considerato un valore fra tutte le generazioni, la sua finalità cambia molto. I più giovani infatti mettono da parte dei fondi per permettersi esperienze come viaggi e svaghi piuttosto che accumulo di beni materiali. I più maturi tendono a risparmiare principalmente per far fronte a un futuro incerto, concentrandosi su spese impreviste, al rischio di spese mediche (rispettivamente 61% e 50%) e per raggiungere la sicurezza finanziaria. Le nuove generazioni sono anche le più attente agli investimenti in tema ambientale.
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