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Cresce il mercato del risparmio gestito

A settembre raccolta positiva per 869 milioni, Il patrimonio è salito a 2.434 miliardi di euro: aumento del 1,1%

Il mercato italiano del risparmio gestito ha raccolto 869 milioni di euro a settembre, mentre il patrimonio è salito a 2.434 miliardi di euro dai 2.406 miliardi del mese precedente, sostenuto da un effetto performance positivo di +1,1%. Ad evidenziarlo sono i dati preliminari della mappa mensile di Assogestioni elaborata dall’ufficio studi dell’associazione.
Per quanto riguarda il fronte a maggiore partecipazione retail, quello dei fondi aperti, la raccolta netta del mese è stata di 632 milioni di euro. In particolare, la spinta dei prodotti obbligazionari ha contribuito con 2,38 miliardi di euro di afflussi. I bilanciati hanno attratto 791 milioni euro, mentre azionari e flessibili hanno registrato deflussi rispettivamente per 826 e 440 milioni euro. L’effetto performance sui soli fondi aperti è stato stimato dall’ufficio studi in +0,9%.

A settembre è risultata positiva anche la raccolta dei fondi chiusi (+84 milioni di euro) e delle gestioni di portafoglio retail (+659 milioni euro). Ha chiuso in rosso, invece, per 506 milioni euro la voce sulle gestioni di portafoglio istituzionali.

C’è in sostanza una voglia di gestire al meglio i propri risparmi in un quadro di tassi in discesa dopo i tagli decisi dalla Bce. Ma vediamo l’opinione di un altro grande operatore nazionale. «In un contesto di grande incertezza economica, caratterizzato da inflazione, instabilità geopolitica e mercati volatili, Poste Italiane punta con decisione sull’educazione finanziaria, con l’obiettivo di informare i cittadini e aiutarli a compiere scelte più consapevoli», evidenzia l’azienda, comunicando la sua partecipazione al ‘mese dell’educazione finanziaria 2024’: «Sebbene gli italiani siano finanziariamente tra i più ricchi in Europa, con un patrimonio di circa 1.800 miliardi detenuto in contanti e depositi, continuano a dimostrare una scarsa propensione all’investimento, con il rischio che l’inflazione eroda il valore reale della liquidità accumulata.

Oltre alla liquidità - rileva ancora Poste - anche il settore assicurativo e previdenziale presenta forti lacune: in Italia, i premi assicurativi non auto rappresentano solo l’1% del Pil, contro una media europea del 2,4%. Inoltre, meno del 6% delle abitazioni italiane è coperto da polizze contro rischi naturali, nonostante il 40% delle case sia situato in aree ad alta pericolosità sismica e quasi il 95% dei comuni sia soggetto a frane, alluvioni o erosione costiera. Solo il 26,7% degli italiani versa contributi ai fondi pensione, nonostante la crescente aspettativa di vita nel Paese. La mancanza di pianificazione pensionistica lascia inevitabilmente molti individui vulnerabili a una significativa riduzione del tenore di vita durante la vecchiaia».

E i giovani? Cercano esperienze come viaggi e svaghi piuttosto che accumulo di beni materiali. Questa la finalità del risparmio per le giovani generazioni come emerge dal rapporto Acri Ipsos secondo cui «le priorità di risparmio riflettono anche uno cambiamento nei bisogni e nei desideri». I più maturi tendono invece a risparmiare principalmente per far fronte a un futuro incerto. Al contrario, i giovani sembrano più orientati al presente, risparmiano per permettersi viaggi e svaghi (Gen Z pari all’28%; Millennials pari al 29%), indice di un desiderio di esperienze piuttosto che di accumulo di beni materiali, che è una delle cifre delle nuove generazioni.

Se osserviamo le dinamiche generazionali legate all’attitudine al risparmio, questa rimane alta quanto quella delle generazioni passate, tuttavia, si evidenzia una percezione di diminuita capacità di risparmio: il 33% degli italiani ritiene di riuscire a risparmiare meno dei propri genitori.

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