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Clima, tecnologia, salute: più tutele contro i nuovi rischi. Gli 80 anni di Ania tra sfide, protezione e inclusione

La relazione della presidente dell’Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici Maria Bianca Farina all’assemblea tenutasi a Roma alla presenza del presidente Mattarella e delle massime autorità istituzionali

Un’assemblea “di dialogo e confronto, ma anche di celebrazione e rinnovata presa di coscienza di ciò che noi, oggi e da tempo, siamo e rappresentiamo per il Paese”. Una relazione di particolare intensità, quella della presidente Maria Bianca Farina all’assemblea annuale dell’Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici, tenutasi a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle massime autorità istituzionali: un’ampia condivisione per i temi dell’evento, che ha offerto l’occasione per celebrare gli 80 anni dell’associazione, nata nel 1944 e oggi comprendente 129 associate. Accanto al Capo dello Stato la senatrice Licia Ronzulli, in rappresentanza del presidente del Senato Ignazio La Russa, e il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Messaggi di saluto dalla premier Giorgia Meloni e dai ministri Giancarlo Giorgetti e Elisabetta Casellati. Da remoto sono intervenuti il ministro Adolfo Urso e il presidente Ivass Luigi Federico Signorini. A concludere il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha dialogato con la presidente Farina sul ruolo delle assicurazioni, evidenziando che, ad esempio, senza esse non potrebbe esistere l’export, pari al 37%del Pil, e ribadendo l’impegno del Governo per garantire certezze e quella stabilità politica, e anche legislativa, necessaria al prosperare dell’attività d’impresa. Tajani ha apposto la prima firma sul volume “L’ANIA e il settore assicurativo italiano: dalle origini ai nostri giorni”, in cui si racconta la storia delle assicurazioni e il loro ruolo chiave per la crescita economica e sociale del Paese. L’opera è stata realizzata da Giuseppe De Luca e Maria Carmela Schisani con la collaborazione di Valeria Chilese. Il testo è un viaggio dagli inizi della pratica assicurativa, nata nel Medioevo, fino alla fondazione dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, il 31 agosto del 1944, e al ruolo del settore oggi.

Ecco alcuni passaggi della relazione della presidente Farina:

“La nostra Associazione proprio in queste settimane compie 80 anni. Ottant’anni fa il Paese era in macerie. In quel momento, con una straordinaria capacità di visione, alcuni rappresentanti delle maggiori Compagnie fondarono, il 31 agosto del 1944, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici. Quegli uomini, così ricchi di coraggio e di visione, fecero sì che da subito il mondo delle Compagnie assicurative potesse accompagnare e accelerare, in modo strutturato, la ricostruzione e poi il rilancio dell’Italia, in parallelo al cammino del Paese nell’integrazione europea. Questo anniversario non è però solo un’occasione per guardare al passato. È, soprattutto, un’opportunità per guardare al futuro con entusiasmo e determinazione. Continueremo a lavorare con la stessa passione per affrontare le sfide che ci attendono e per raggiungere nuovi traguardi. Siamo costruttori di futuro.

LO SCENARIO INTERNAZIONALE

Oggi le nostre difficoltà, come Paese e come Unione europea, non sono paragonabili a quelle del 1944. Eppure, sono presenti, ben visibili sotto gli occhi di tutti. I conflitti in aree critiche del mondo, gli ostacoli al commercio, l’accorciamento delle catene di approvvigionamento alimentano un problema antico e ben noto: l’inflazione. Alla nuova leadership delle istituzioni europee andrà il compito di guidare l’Unione attraverso questo periodo turbolento: lo dovrà fare assicurando che i cittadini di tutti i Paesi si sentano inclusi, promuovendo la stabilità dell’Europa. È quindi fondamentale che il nostro Governo sia a pieno titolo parte integrante della leadership europea. Occorre una “pausa legislativa” che consenta di concentrarsi sull’attuazione delle misure adottate, più che su ulteriori nuove proposte. Per rendere credibile questa inversione di tendenza regolatoria è necessario identificare un Commissario europeo che abbia, tra le sue competenze, la responsabilità primaria dell’attività legislativa riguardo al settore assicurativo.

LE SFIDE E IL RUOLO DELL’ASSICURAZIONE

Gli ultimi anni ci hanno posto di fronte a sfide drammatiche e del tutto inaspettate. Non sorprende che si diffonda un senso di insicurezza e una domanda di protezione. Il mondo delle assicurazioni è quindi chiamato a un ruolo economico e sociale ancora più importante. Abbiamo la responsabilità di contribuire, da un lato, a rafforzare la protezione di famiglie e imprese, favorendo così la coesione sociale e la resilienza economica; dall’altro, di agevolare l’afflusso di risorse verso l’economia reale, favorendo la stabilità, la competitività e la crescita sostenibile del Paese.

Se ci possiamo candidare a un ruolo sempre più incisivo è perché abbiamo dimostrato tutta la nostra solidità anche nel difficile biennio 2022-23, caratterizzato da quella sorprendente fiammata inflazionistica, dal rapidissimo rialzo dei tassi di interesse e da una crescita moderata.

I RISULTATI DEL 2023

I risultati del nostro settore nel 2023 registrano un volume totale di premi pari a 130 miliardi, in linea con l’anno precedente, anche se la raccolta del comparto vita ha segnato una riduzione del 3,5% determinata dalla forte contrazione dei premi per le polizze unit linked (-32%). Anche nel 2023 le imprese di assicurazione si confermano il principale investitore istituzionale italiano: alla fine dell’anno, gli investimenti in polizze vita rappresentavano il 14% del risparmio delle famiglie italiane. Nel complesso, il totale dei nostri investimenti è pari a quasi 960 miliardi, di cui circa 250 in titoli di Stato italiani. Diversa dinamica nel comparto danni, con premi che si sono incrementati del 6,6% rispetto al 2022.

Il recupero di valore dei titoli in portafoglio, reso possibile dalla riduzione dei tassi osservata tra fine 2022 e fine 2023, oltre che da un’accurata gestione della liquidità, ha avuto un effetto decisivo per il recupero di redditività: nel complesso, il risultato del settore al netto delle tasse è stato pari a 8 miliardi, di cui 5,5 per il comparto vita e 2,5 per quello danni. Questi risultati positivi non devono però distrarci dalle sfide che abbiamo davanti.

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il cambiamento climatico è una sfida cruciale. Nel 2023, l’industria assicurativa nel mondo ha pagato quasi 100 miliardi di euro per sinistri legati a catastrofi naturali. In Italia si è registrato il massimo storico dei danni assicurati: oltre 6 miliardi, di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana. EIOPA stima peraltro che, in Europa, solo il 25% di tutte le perdite legate a catastrofi climatiche sono assicurate. Il livello di protezione dovrà necessariamente aumentare, e l’Europa potrebbe – a nostro avviso – fare la sua parte. Accogliamo quindi con grande favore il documento approvato dai Ministri delle Finanze e dai Governatori delle Banche Centrali del G7 a Stresa. Il documento, preparato con il supporto di OCSE e IAIS, ha visto anche il contributo di ANIA ed evidenzia il ruolo fondamentale del settore assicurativo nel fronteggiare le conseguenze degli eventi catastrofali; in particolare, l’accordo promuove l’adozione di schemi di partenariato pubblico-privato.

Proprio per questo – con gli auspici della Presidenza italiana – abbiamo organizzato per il prossimo 20 settembre, a Roma, una riflessione a livello internazionale su come dare un seguito concreto all’impulso del vertice di Stresa. Il tema per l’Italia è particolarmente rilevante. Solo il 6% delle abitazioni è coperto contro i rischi di terremoto e alluvione e solo il 4% delle piccole imprese possiede una polizza contro tali rischi. Alla luce di questa situazione, è stata certamente decisiva l’iniziativa del Governo di introdurre per tutte le imprese l’obbligo di copertura contro i danni catastrofali, con l’obiettivo di ridurre il gap di protezione assicurativa nel Paese. Auspichiamo, perciò, che il raggio di azione della copertura sia rapidamente ampliato alla proprietà immobiliare privata, anche con l’ausilio – almeno in avvio – di incentivi di tipo fiscale.

I CAMBIAMENTI DEMOGRAFICI

L’invecchiamento della popolazione è l’altro grande fenomeno comune a tutti i Paesi europei. In Italia, la combinazione di aumento della longevità e di bassa fecondità ha portato a una struttura della popolazione che pone il Paese stabilmente fra quelli nei quali l’invecchiamento è più rapido e pronunciato. Una popolazione che invecchia presenta nuovi e maggiori bisogni di protezione contro i rischi legati all’età avanzata e la nostra ultima indagine europea ha rilevato che più di un terzo delle persone non risparmia a sufficienza per la propria vecchiaia. Qui il settore assicurativo, ancora una volta, può offrire un contributo. Occorre definire un vero e proprio Patto per la salute degli italiani, un secondo pilastro regolamentato che riesca a mutualizzare e, dunque, ridurre i costi per i singoli, anche attraverso un trattamento fiscale uniforme e di favore. Sarebbe un grande contributo di coesione sociale.

LA DIGITALIZZAZIONE

In ambito di sviluppo e innovazione tecnologica abbiamo assistito, in quest’ultimo anno, a una fortissima accelerazione, legata principalmente agli sviluppi dell’intelligenza artificiale. I potenziali benefici, ma anche i rischi di questa tecnologia, sono divenuti presto chiari e sono al centro del dibattito internazionale, grazie anche al G7 presieduto dalla Premier Giorgia Meloni, che ha visto la storica presenza di Papa Francesco. Ne è emersa la consapevolezza, comune ai Governi delle grandi democrazie, che occorre assicurarne un utilizzo etico, fortemente antropocentrico e tale da tenere indenni cittadini e lavoratori dai rischi di disinformazione e disintermediazione. Le Compagnie assicurative possono divenire protagoniste rilevanti di ecosistemi centrali, come quello della salute, della casa e della mobilità.

L’ASSOCIAZIONE

Vogliamo continuare a supportare le Associate nell’implementazione delle strategie di innovazione. A tal fine, abbiamo già intrapreso un necessario percorso di evoluzione della nostra infrastruttura IT. Dialogheremo attivamente con il Governo e le Istituzioni sui temi, sempre più centrali, delle regole per un uso etico dell’IA e per assicurare una simmetria regolatoria tra i nostri associati e le grandi piattaforme in materia di uso dei dati. Intensificheremo la cooperazione della nostra industria con le Forze dell’Ordine per una rafforzata strategia di sicurezza, a fronte della crescente frequenza e sofisticazione degli attacchi informatici. ANIA sarà quindi parte attiva dell’innovazione, contribuendo a tutelare le professionalità presenti nel settore e a migliorare la qualità del lavoro di migliaia di persone che quotidianamente assistono milioni di clienti. Continueremo a lavorare con Governo e Parlamento anche per l’introduzione di collaborazioni pubblico-privato volte a migliorare la protezione di cittadini e imprese nei diversi ambiti, dalle catastrofi naturali ai sistemi di welfare. Manterremo un continuo e costruttivo confronto con la nostra Autorità di vigilanza sui tanti temi aperti. Un altro aspetto chiave su cui focalizzare la nostra strategia è rafforzare la presenza del settore nel confronto internazionale, per progredire nella realizzazione del mercato europeo delle assicurazioni. Rimarranno solidi i rapporti di collaborazione con le Organizzazioni Sindacali dei dipendentI e con gli Organismi di rappresentanza dei diversi operatori del settore. E, soprattutto, lavoreremo in perfetta sintonia con i nostri Associati. A loro va il mio più sentito grazie per la vicinanza, convinta e partecipata. Un grazie affettuoso a tutte le colleghe e a tutti i colleghi di ANIA, della Fondazione, che quest’anno ha compiuto 20 anni, del Forum Consumatori e di ANIA SAFE.

Le sfide e le opportunità future, dunque, sono chiare, così come lo sono i metodi e gli strumenti per progredire. Se la generazione del secondo dopoguerra ha saputo ricostruire un Paese libero, istituzioni forti, un’industria delle assicurazioni solida e competitiva, allora il nostro compito è semplice. Ed è entusiasmante. Lo dobbiamo a quei fondatori di ottanta anni fa. Lo dobbiamo, ancora di più, ai nostri figli, e ai figli dei nostri figli. Possiamo lasciare loro un’Italia prospera, fiduciosa e ottimista come quella che i nostri fondatori hanno costruito per noi.

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