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Superbonus tra caos e opere ferme

I costruttori lanciano l’allarme: «Stop a sette miliardi di lavori che rischiano di diventare scheletri urbani»

Archiviata la stagione del Superbonus 110% «ci sono già 7 miliardi di lavori fermi che rischiano di lasciare scheletri urbani». La presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, lancia l’allarme sulla fine della maxi-misura all’assemblea annuale dei costruttori edili, facendo presente che per quest’anno l’associazione prevede un calo del 7,4% di investimenti nelle costruzioni e una flessione del 27% nella riqualificazione edilizia.

«Il più grande indiziato di sperpero pubblico degli ultimi anni è stato il Superbonus 110%» ma sono stati «evidenziati solo gli aspetti negativi di una misura che nel biennio 2021-2022 ha consentito all'Italia di crescere a ritmi superiori a quelli della Cina, (+12,3% Pil contro il loro +11,3%)», illustra Brancaccio. La presidente denuncia, quindi, che i «continui interventi legislativi hanno portato a un guazzabuglio normativo, per giunta retroattivo, e siamo ancora in attesa di capire come andrà a finire per i contratti già stipulati». Secondo un rapporto di Bankitalia, l'impatto economico di due crediti di imposta, il Bonus facciate e il Superbonus 110%, è stato di «170 miliardi nel periodo 2021-23 (circa il 3% del Pil in media d'anno)» ma «i benefici per il complesso dell'economia in termini di valore aggiunto sono stati più bassi rispetto ai costi sostenuti per le agevolazioni» e la misura «non si ripaga da sola» ma «crea ulteriore debito pubblico per le nuove generazioni». In una relazione ad ampio raggio, Brancaccio affronta anche il tema della sicurezza sul lavoro e delle case green, con la direttiva approvata a livello Ue e che ora deve essere recepita dall’Italia. «Il 70% delle giornate infortunio in cantiere riguarda lavoratori senza contratto edile e quindi senza obbligo di formazione adeguata», afferma, chiedendo quindi, di «rendere obbligatoria la formazione per qualsiasi operatore che entra in cantiere». E la presidente dell’Ance fa anche presente che nelle opere pubbliche «il 90% del numero degli appalti è senza vera concorrenza, che corrisponde in valore al 33% del mercato». Rivolgendosi al ministro del Lavoro, Marina Calderone, seduta in platea, all’Auditorium della Musica, la presidente dell’Ance dice che «riconosciamo» alla ministra «il merito di aver avviato un proficuo confronto con tutte le parti sociali e una seria riflessione sul tema della sicurezza, rafforzando anche il sistema dei controlli».

Dal canto suo Calderone sottolinea che «la sicurezza è il tema principale del mio ministero». Per cui «promuoviamo il lavoro buono, il lavoro che si basa sul rispetto delle regole, sosteniamo le aziende che del rispetto delle regole fanno il loro vivere comune e quotidiano», spiega la ministra. Quindi sulle case green, tema che ha suscitato e continua a suscitare grandi polemiche, Brancaccio invita ad accogliere la direttiva Ue perché è un provvedimento che «offre delle opportunità che bisogna cogliere senza timore». La presidente sottolinea che «i vantaggi sono enormi per tutti in termini di sostenibilità sociale, ambientale ed economica». Infatti, «una casa meno inquinante potrà far risparmiare fino alla metà della bolletta, afferma Brancaccio. Ed è di nuovo polemica con la Confedilizia che ribadisce il suo no . «Per le imprese edili quella direttiva è un'opportunità. Per i proprietari di casa, invece, è un pericolo», afferma il presidente Giorgio Spaziani Testa.Di green deal più in generale parla il vicepremier ministro della Infrastrutture Matteo Salvini: «Non ha senso economico, industriale e sociale», ribadisce dal palco dei costruttori dove torna anche sul ponte sullo Stretto: «Erano contrari anche alla cupola del Brunelleschi» e invita gli imprenditori «a farsi sentire un po' di più».

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