Venerdì 22 Novembre 2024

Politiche, i risultati delle liste in Sicilia: il M5S è il primo partito

La sorpresa, manco a dirlo, è Cateno De Luca che in attesa dello scrutinio per le Regionali con le sue liste civiche riesce a eleggere un deputato e un senatore malgrado la vittoria del centrodestra e la nuova avanzata dei grillini in Sicilia. Questo dicono i risultati delle liste per le Politiche nelle l‘Isola. Scendendo nel dettaglio, le sorprese aumentano. In base ai risultati ufficiali (anche se non definitivi) il Movimento 5 Stelle in Sicilia è il primo partito con una percentuale imprevedibile alla vigilia: mediamente il 30,5% alla Camera nel collegi occidentali e 26% in quelli orientali. Un risultato impensabile alla vigilia e frutto probabilmente della strategia di Giuseppe Conte che ha trasformato le elezioni in un referendum sul Reddito di Cittadinanza. Non è un caso che in Sicilia il partito della Meloni, l’unico rimasto fino all’ultimo sulla proposta di abolire il sussidio, sia andato bene ma non come nel resto d’Italia. Nel collegi per la Camera in Sicilia occidentale Fratelli d’Italia è il primo partito del centrodestra con mediamente il 17,9% che sale fino al 20% nella parte orientale. Ma si tratta comunque di dati che indicano mediamente una decina di punti in meno rispetto ai grillini. Restando nel centrodestra, i risultati delle liste indicano che Forza Italia tiene, almeno rispetto al resto del Paese, ma perde la leadership della coalizione. Il partito di Berlusconi è mediamente al 10,8% nei collegi orientali per la Camera e all’11,5% nella parte occidentale. Male tutti gli altri. La Lega è al 4,7% mediamente nei collegi occidentale per la Camera e al 5,3% in quelli orientali. Lontanissimi i centristi di Lupi con percentuali intorno all’1. La coalizione di centrosinistra – che vede i Verdi e + Europa col Pd – si ferma mediamente al 15% in Sicilia nel voto per le Politiche. Il Pd nel collegi orientali per la Camera si ferma all’11,4%e al 12,5% nella parte occidentale dell’Isola. Per i Dem in Sicilia è la premessa per un redde rationem fra le correnti che, in attesa del risultato delle Regionali, è già stato anticipato nel giorni scorsi da Antonello Cracolici e ribadito oggi a caldo da Carmelo Miceli, espressione dell’area che fa capo a livello nazionale a Lorenzo Guerini: «Dai primi commenti mi pare che i miei amici e compagni del Partito democratico stiano tentando di dare la responsabilità della peggiore sconfitta di sempre a M5S, Calenda e Renzi. Niente di più sbagliato! Serve autocritica. Profonda autocritica. Autocritica. Quella che mi aspetto nella conferenza stampa del segretario nazionale Enrico Letta e in quella del segretario regionale e Anthony Barbagallo». I risultati dei collegi per la Camera in Sicilia sono sostanzialmente confermati da quelli per il Senato. In questo caso i 5 Stelle si fermano, si fa per dire, al 27,1%. Fratelli d’Italia è al 18,4% e Forza Italia 10.7%. La Lega non va oltre il 5,1%. Fuori gioco i centristi. Il Pd anche al Senato si ferma all’11,7%. Mentre le liste di Cateno De Luca vanno oltre i Dem e si attestano al 13,2%. Resta un’ultima considerazione. Con questi risultati, se proiettati sulle Regionali, qualunque presidente non avrebbe una maggioranza. Il centrodestra è dato in vantaggio con Renati Schifani (fra il 37 e il 41% in base all’unico exit poll di Noto) ma la coalizione si fermerebbe in base ai risultati delle Politiche al 35%. Troppo poco per assicurare una maggioranza. E in questo caso i deputati eletti da De Luca diverrebbero decisivi.

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