Agricoltura e giovani in Sicilia, confronto fra i candidati presidente: «Settore strategico»
Si è concluso l’incontro tra i vertici e gli associati di tutta la Sicilia della Coldiretti, organizzazione degli imprenditori agricoli, e i candidati alla presidenza della Regione Siciliana. A turno, moderati dal presidente regionale Francesco Ferreri e il direttore Lucio Prisco, i sei pretendenti hanno spiegato in uno spazio di 30 minuti le idee e i programmi in merito alla gestione del comparto agricolo siciliano ormai allo stremo. Tante le tematiche che sono state toccate, dal cibo sintetico spinto e gestito dai grandi gruppi finanziari - Bill Gates ne è un grande sostenitore - alla difesa del marchio made in Sicily, considerato da tutti gli addetti ai lavori l’unico e ultimo faro che ancora consente all’agricoltura siciliana di resistere e competere in un mercato che, invece, sembra ormai in procinto di fagocitare la filiera regionale, complice la concorrenza sleale di prodotti esteri che non seguono le stringenti logiche di controllo alle quali la nostra agricoltura è invece costretta. Ogni candidato ha portato la propria ricetta, cominciando dal candidato del centrodestra, Renato Schifani: «Il settore agricolo è strategico e va tutelato il brand dalla concorrenza estera sleale. Inoltre, tutti gli organismi preposti sono istituti commissariati, è evidente che c’è una patologia». Per Nuccio Di Paola, candidato del Movimento 5 stelle, è tempo che «i giovani prendano sulle proprie spalle la Sicilia. C’è il rischio di tornare indietro di vent’anni quando è arrivato il momento di smettere di galleggiare e fare delle scelte». Tempo di scelte anche per Gaetano Armao, Azione e Italia Viva: «Occorre un presidio italiano e siciliano in Europa. Ci vogliono delle linee nette che indichino la direzione, bisogna restituire al cibo la sua funzione primaria». All’incontro è intervenuta anche Eliana Esposito, espressione dei Siciliani Liberi: «La tutela del made in Sicily passa anche dalla tutela dell’identità siciliana. Bisogna riprendere in mano l’autonomia di cui tutti parlano ma che nessuno ha mai veramente attuato». La conclusione dell’incontro è stata affidata a Cateno De Luca e Caterina Chinnici. Proprio De Luca, leader del movimento De Luca sindaco di Sicilia, ha puntato il dito sui progetti e sulle somme che la Sicilia non è mai riuscita a sfruttare: «Abbiamo da poco bruciato 450 milioni di euro per il potenziamento della rete idrica. 42 progetti sono stati bocciati e nessuno si è dimesso. Va anche ripensato ». Per Chinnici, candidata Dem, lo spreco dei fondi è figlio di una mancata comprensione della filosofia con cui vengono promossi i bandi dell’unione europea e punta ad una formazione in questo senso: «L’intenzione è quella di creare un ufficio specifico che lavori sui finanziamenti europei, facendo corretta formazione sull’utilizzo dei bandi».