I dazi di Trump e l'impatto sulla Sicilia, ecco le stime dei danni per l'export

I dazi di Donald Trump quanto costeranno alla Sicilia? Le stime non mancano e sono più o meno catastrofiche. Colpiranno almeno il 10 per cento di tutto l’export siciliano, secondo i dati di Confindustria che sottolinea il peso del made in Sicily nell’economia della regione, con prodotti esportati per complessivi 6,8 miliardi, circa 700 milioni dei quali verso gli Stati Uniti- Ma ad esempio secondo il centro studi del Pd l’esposizione è di 1,2 miliardi- «Appare evidente che le ripercussioni in termini occupazionali potrebbero essere enormi, aggravate peraltro dalla complessità di territori marginali dove la ricollocazione della forza lavoro subisce limiti evidenti - afferma la deputata Pd Maria Stefania Marino -. Il Governo Meloni, palesemente diviso rispetto alle azioni da mettere in campo per salvare le nostre imprese, sta compromettendo la crescita economica della Sicilia».
Le risposte della politica
«La questione dei dazi doganali rispetto a quello dell’internazionalizzazione è un tema che stiamo affrontando per comprendere in che direzione andare – ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, intervenendo a un incontro sulle prospettive di sviluppo della Sicilia al dipartimento Lumsa di Palermo -. Si parla spesso di internazionalizzazione e le fiere per noi sono momenti importanti in cui si creano le condizioni di contatti e relazioni. In virtù di quanto sta accadendo stiamo puntando ai mercati orientali». Elvira Amata, assessore regionale del Turismo, Sport e Spettacolo, aggiunge: «Si analizzerà la decisione presa da Trump sui dazi e chiaramente, in merito a questo, bisognerà prendere della contromisure da mettere in campo. Bisogna salvaguardare l’economia italiana e siciliana. L’analisi della situazione va fatta a t360 gradi dal governo – prosegue – il presidente Schifani, in primis, insieme a noi assessori, per cercare di capire come si può contrastare questo sistema che si sta mettendo in campo. Il nostro obiettivo è sempre la Sicilia, i siciliani e le imprese. La nostra economia cammina proprio sulle gambe delle piccole e medie imprese. Le nostre fondamenta sono rappresentate dall’agricoltura e dal turismo – conclude – quindi è chiaro che si metteranno in campo delle misure per continuare a sostenere questi settori, che sono quelli che creano sviluppo economico e generano anche occupazione».
L’approccio «no panic»
«Di fronte alla realtà dei dazi, riteniamo fondamentale adottare un approccio all’insegna del “no panic” e dell’armonizzazione: un percorso continuo, silenzioso, sereno e fondato su una contrattazione equilibrata a livello europeo. Bisogna evitare colpi di scena e puntare invece su quella diplomazia che da sempre sostiene le relazioni commerciali internazionali. Per armonizzazione intendiamo un impegno comune lungo tutta la filiera, dal produttore al consumatore. Che si tratti di vino o di altri prodotti, sono molti gli attori coinvolti nel percorso produttivo e distributivo. È essenziale che ciascuno sia disposto a collaborare e, se necessario, a rinunciare a una parte del proprio margine di profitto». Lo dice Alessio Planeta, Ceo Aziende agricole Planeta, produttore vinicolo, sull’introduzione dei dazi americani e al loro impatto sul settore vitivinicolo. «Questo è ciò che proveremo a concordare con i nostri importatori e distributori. Solo così si può evitare che l’aumento dei costi imposto dai dazi si riversi interamente sul consumatore finale, contribuendo a una spinta inflattiva troppo marcata. - aggiunge - Non vorremmo, come affermò ironicamente Winston Churchill a proposito dei dazi nel Regno Unito, che i soldi tolti dalle tasche di un inglese per essere messi in quelle di un altro inglese, si perdano nel tragitto. Al contrario, auspichiamo che i dazi possano contribuire a consolidare le economie dei rispettivi paesi, se gestiti con equilibrio e responsabilità. Da non dimenticare, l’importanza del turismo proveniente dagli Stati Uniti, fondamentale non solo per la Sicilia ma per l’intera Italia. Questo legame ci invita a preservare rapporti improntati al rispetto e alla serenità nei confronti dei cittadini americani che scelgono il nostro Paese come meta»