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Pnrr, la mappa dei ritardi in Sicilia: investito solo l’8% dei fondi

Quasi 1,6 miliardi di budget ma la Regione perderà i soldi non spesi. Schifani dà un mese di tempo agli assessorati per mettersi al passo con bandi, progetti e dati da aggiornare

Palermo.Inaugurazione Giardini di Palazzo d'Orleans Ph.Alessandro Fucarini

Il dipartimento Formazione professionale doveva investire 601.400 euro in un corso per 97 giardinieri d’arte che però ha visto solo 90 iscritti. E non c’è nessuna garanzia che tutti arrivino al traguardo. Mentre l’assessorato alle Infrastrutture aveva, tra gli altri, un tesoretto di 56 milioni e 525 mila euro destinati ad acquistare bus extraurbani ma la gara è andata praticamente deserta «per il mancato interesse degli operatori economici» col risultato che sono stati spesi appena 6 milioni e 783 mila euro. Il resto rischia di essere perso.

È la fotografia dell’occasione sprecata che rappresenta, al momento, il Pnrr in Sicilia. La Regione ha un budget di quasi 1,6 miliardi ma il presidente Renato Schifani ha convocato ieri 9 assessori e 15 dirigenti generali per contestare loro che risulta investito appena l’8%. Cioè qualche decina di milioni. E manca circa un anno e mezzo alla scadenza dei termini fissati da Bruxelles (30 giugno 2026).

Il presidente ha da giorni sul tavolo un dossier di una quindicina di pagine che elenca, ufficio per ufficio, budget e ritardi. Un dato statistico che rende solo in parte il senso dell’occasione persa. Col programma Gol, per esempio, che stanzia 224 milioni, gli assessorati al Lavoro e alla Formazione avrebbero dovuto creare occasioni di impiego e di aggiornamento professionale per varie categorie di disoccupati. Ma gli stessi uffici hanno notificato a Palazzo d’Orleans «criticità in ordine al raggiungimento del numero di utenti da formare entro fine anno (almeno 128 mila)». Da qui una richiesta di slittamento dei termini di spesa, molto difficile da ipotizzare visto che dipende da Bruxelles e che per di più sugli stessi assessorati sta per arrivare il terzo stanziamento per queste misure rimaste finora quasi al palo.

Stessi problemi per la creazione dei centri di facilitazione digitale, per i quali erano pronti 13,3 milioni. E problemi ancora più gravi si registrano all’assessorato ai Beni Culturali, guidato da Francesco Scarpinato, che ha segnalato «difficoltà nel raggiungimento dei target di spesa». Cioè nell’investimento di 76 milioni e mezzo per progetti di valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale che si traducono in contributi per i restauri. All’assessorato all’Acqua e Rifiuti, guidato dal dimissionario Roberto Di Mauro, l’emergenza è scattata per i 96 milioni che dovevano servire a realizzare la diga Pietrarossa: della quale, ovviamente, non c’è traccia anche se «l’intervento è in corso».

Critiche pure per l’assessorato alla Sanità, da poco affidato a Daniela Faraoni: al palo i 7,5 milioni per i corsi in infezioni ospedaliere «per la complessità nell’organizzazione» e i 30 milioni per creare anche in Sicilia il cosiddetto fascicolo sanitario elettronico. In questo caso l’assessorato si è difeso dicendo di aver chiesto al ministero la possibilità di affidare al Cefpas di Caltanissetta l’appalto e precisando che «in caso di risposta negativa la realizzazione della misura verrebbe compromessa, con l’impossibilità di raggiungere il target».

Di fronte a tutto ciò, Schifani è stato molto duro e ha contestato ai vertici della burocrazia ritardi che possono compromettere perfino il risultato di spesa nazionale. E a questo proposito ha ribadito che «l'eventuale mancato raggiungimento dei target di spesa contribuirà alla valutazione (evidentemente negativa, ndr), del risultato di gestione dei dirigenti dei dipartimenti». Da qui il mese di tempo concesso per accelerare l'emissione di bandi e progetti e per aggiornare i dati sul sistema di certificazione nazionale, visto che un altro problema emerso è proprio quello della comunicazione ufficiale di quanto fatto finora. Secondo il presidente sul sistema nazionale risulta caricata la spesa di qualche decina di milioni. Ma i dirigenti hanno assicurato che il dato non è aggiornato e sarebbe (un po’) migliore.

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