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L’annuncio di Trump: dazi al 25% su tutte le auto importate negli Usa. Tonfo in Europa

Dazi: fonti, Ue-Usa concentrati per attuare impegni luglio

I nuovi dazi annunciati da Donald Trump sulle auto hanno colpito i maggiori titoli del settore trascinando al ribasso le Borse europee. A Francoforte, sede di numerose aziende automobilistiche, Bmw perde il 4,4%, Mercedes il 5%, Porsche del 4,9%, Volkswagen del 3,12% e Continental il 3,28%. A Milano e a Parigi Stellantis cede oltre il 5%. Sul Cac40 flettono anche Valeo del 6,51% e Forvia del 4,11%.

Secondo i dati commerciali ufficiali Usa, lo scorso anno le case automobilistiche europee hanno esportato negli States circa 800.000 veicoli, quattro volte il numero di auto esportate dagli Stati Uniti in Europa. Volkswagen è particolarmente esposta, con il 43% delle sue vendite negli Usa provenienti dal Messico, secondo S&P Global Mobility, ma anche le altre case Mercedes, Bmw, Stellantis e Porsche sono sotto forte pressione.

La Commissione europea ha detto da parte sua che valuterà queste nuove tariffe e continuerà a cercare soluzioni negoziate, ma lo spettro di una guerra commerciale di vasta portata incombe. Il 2 aprile è stato ribattezzato da Trump «giorno della liberazione», con il presidente pronto ad annunciare una vasta gamma di cosiddetti dazi reciproci, imposte doganali su beni importati che, a suo dire, sono tassate ingiustamente dai partner commerciali degli Stati Uniti.

Moniti e appelli a Washington sono arrivati dai costruttori del comparto di tutto il mondo. I costruttori delle grandi case automobilistiche americane Ford, General Motors e Stellantis, rappresentate dall’American Automotive Policy Council, hanno affermato come sia «fondamentale» fare in modo che i nuovi dazi «non portino ad aumenti di prezzo per i consumatori» e preservino «la competitività del settore automobilistico nordamericano integrato che è stato un successo chiave dell’accordo Usmca del presidente».

Le case automobilistiche statunitensi «sono impegnate nella visione del presidente Trump di aumentare la produzione automobilistica e i posti di lavoro negli Stati Uniti e continueranno a lavorare con l’amministrazione su politiche durature che aiutino gli americani».

L’europea Acea ha espresso «estrema preoccupazione» ed esortato «il presidente Trump a considerare l’impatto negativo delle tariffe non solo sulle case automobilistiche globali, ma anche sulla produzione nazionale statunitense».

Le tariffe, scrive l’Acea in una nota, «non avranno solo un impatto sulle importazioni negli Stati Uniti, una sanzione che è probabile che i consumatori americani paghino, ma le misure sulle parti automobilistiche danneggeranno anche le case automobilistiche che producono automobili negli Stati Uniti per i mercati di esportazione». Da qui la richiesta di «un dialogo per trovare una soluzione immediata».

Mike Hawes, amministratore delegato della britannica Society of Motor Manufacturers and Traders, ha esortato Londra e Washington «a unirsi immediatamente e a raggiungere un accordo che vada bene per tutti».

 

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