Venerdì 22 Novembre 2024

La scheda sull’effetto del taglio dei tassi: fino a 70 mila euro in meno per un mutuo di 25 anni

Più credito a famiglie e imprese, mutui meno costosi, risparmi per lo Stato grazie al calo del costo del debito. Dal taglio Bce di 25 punti base arriva una spinta all’economia, anche se i benefici sono più visibili per chi s’indebita: i risparmiatori invece ci perdono sulla remunerazione dei depositi in banca e sui rendimenti dei titoli a tasso variabile. Ecco, punto per punto, gli effetti principali del secondo taglio del costo del denaro da 0,25 punti varato dalla Bce, che porta il tasso sui depositi all’Eurotower al 3,50%.

Mutui più leggeri

La riduzione del costo del denaro ha un effetto benefico sui tassi dei prestiti bancari, a beneficio di 3 milioni e mezzo di famiglie indebitate che hanno un mutuo casa. Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, parla di una «decisione importante» della Bce che «per la seconda volta consecutiva ha anticipato le mosse della Federal Reserve americana, le cui decisioni di politica monetaria continuano a essere incerte. Quanto al costo del credito, gli interessi sui mutui alle famiglie e sui prestiti alle imprese caleranno ancora nei prossimi mesi, così diventerà più facile comprare casa e fare investimenti». La Fabi stima un risparmio complessivo di oltre 70 mila euro (-19,3% sul 2023) per chi sottoscrive un mutuo a 25 anni da 200 mila euro. Una boccata d’aria anche per chi ha un mutuo a tasso variabile, come conferma anche Mutuionline.it che sottolinea però come le prospettive di medio-lungo termine restino invariate. «L’Euribor a un mese è sceso al 3,54% rispetto al 3,90% di inizio anno, ma è ancora oltre 100 punti base più alto rispetto all’Eurirs, che è ai minimi degli ultimi 20 mesi». I mutui a tasso fisso rimangono quindi più convenienti. Il mercato dei mutui registra comunque, negli ultimi mesi, una significativa riduzione dei tassi variabili: a maggio il Tan medio per i mutui variabili era del 5,08%, mentre ad agosto è sceso al 4,64%. Stabile, invece, il tasso fisso medio, che si aggira intorno al 3,20%.

Scende il costo del debito

Con il taglio Bce calano gli interessi che lo Stato paga sul debito pubblico: il costo del debito era volato da 0,10% a 3,76% con il ciclo restrittivo degli ultimi anni. L’Ufficio parlamentare di Bilancio stimava un risparmio di tre miliardi quest’anno con un punto pieno di tagli Bce nel 2024, e sette miliardi nel 2025. Più probabile che la Bce arrivi a 0,75 punti. Il risparmio per le casse dello Stato sarà comunque considerevole e darà una mano nelle prossime leggi di bilancio.

I depositi pagano meno

Per i risparmiatori, il taglio Bce smonta la remunerazione più elevata dei depositi dei proprio risparmi in banca, dove il tasso sui depositi vincolati è arrivato a sfiorare il 3,6% dallo 0,9% dove si trovava prima della stretta monetaria del 2022-2023.

Effetto bond

Il taglio Bce fa salire i prezzi dei bond ma calano i rendimenti dei titoli a tasso variabile, come i Cct, e l’inflazione in calo significa cedole più magre per i Btp Italia. Effetti più marcati sul bond emessi dalle aziende, con impatti anche sugli investimenti in fondi.

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