Venerdì 22 Novembre 2024

Dighe a secco in Sicilia, metà capienza rispetto all’anno scorso

Di male in peggio, e se le parole non dovessero bastare, per inquadrare meglio la situazione delle dighe siciliane, sempre più prosciugate dall’emergenza siccità, ecco i numeri pubblicati ieri dall’Autorità regionale di bacino, che al 13 maggio 2024 fotografano nei laghi un totale di circa 295 milioni di metri cubi di acqua, di cui solo 160 milioni effettivamente utilizzabili: si tratta dell’8% di risorsa in meno rispetto al mese precedente, quando i volumi risultavano già in calo su base mensile. Per non parlare del paragone con lo stesso periodo del 2023: nel giro di 12 mesi sono scomparsi 226 milioni di metri cubi, pari al 43% del contenuto presente nell’Isola, come se fossero «evaporati» nel nulla sei bacini di grandi dimensioni. Dal quadro a tinte fosche emergono poi cartoline nere, dello stesso colore cui è ridotto il Fanaco (nella foto), nel Palermitano, oggi più simile a una vasta pozzanghera che a un lago, con poco più di un milione di metri cubi di risorsa, il 91% in meno rispetto ai 12 milioni fotografati a fine maggio dell’anno scorso, mentre nell’Ancipa, tra Enna e Messina, il deficit è arrivato al 73% e, ancora nella città metropolitana di Palermo, gli invasi Rosamarina e Poma toccano, rispettivamente, il 60% e il 34% di acqua in meno. Ma non se la passano molto meglio le strutture del versante meridionale del territorio, quantomeno quelle destinate all’uso irriguo. Un servizio completo di Andrea D'Orazio sul Giornale di Sicilia in edicola oggi  

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