Italia a due velocità e nettamente divisa sul fronte delle infrastrutture. Mentre gli occhi per il Sud sono oramai tutti puntati su un’opera colossale come il ponte sullo Stretto, un richiamo a una realtà ancora molto compromessa, soprattutto dal punto di vista dei trasporti, è stato espresso dallo Svimez che ha portato dati piuttosto allarmanti questa mattina (24 aprile) nel corso di un’audizione alle Camere sullo stato di attuazione del federalismo fiscale.
Il quadro dipinge un Mezzogiorno con pochi binari ferroviari pochi, Alta Velocità che serve solo la Campania, tram e metro praticamente inesistenti e soddisfazione per bus e pullman nettamente più bassa rispetto alle altre aree del paese. Per non parlare della sanità, con il numero di letti nelle case di cura per abitante ampiamente inferiore rispetto al resto del Paese e il divario con il Centro-Nord «macroscopico» sulle strutture per l’assistenza degli anziani.
Per i trasporti in particolare, secondo lo Svimez, numerosi indicatori evidenziano il divario territoriale. Per quanto riguarda l’infrastruttura ferroviarie, la lunghezza dei binari al Sud è pari a 7.528 km ovvero il 30% del totale nazionale. Ma sono i requisiti prestazionali della rete a evidenziare i maggiori divari. Le linee classificate come «fondamentali» e «di nodo» (queste ultime presenti solo in Campania) al Sud raggiungono solo il 21,4% dell’intera rete, contro una percentuale più che doppia al Centro-Nord (53,5%).
Enorme anche il gap nell’elettrificazione: 58,2% al Sud contro l’80% medio al Centro-Nord. Infine, il doppio binario è pari al 31,7% nel Mezzogiorno a fronte del 53,4% delle regioni centro-settentrionali. Per quello che riguarda poi l’Alta Velocità, nelle regioni meridionali lo sviluppo è di 181 km (interamente in Campania), ovvero appena il 12,3% del totale nazionale. Non molto migliore la situazione dei sistemi di trasporto urbano, le città capoluogo del Sud dispongono di una dotazione complessiva di reti tramviarie pari a 42,6 km ovvero l’11,2% del totale nazionale e di reti metropolitane pari a 25,7% (13,5% del totale nazionale). Carenti anche i servizi di trasporto pubblico, qualitativamente di livello inferiore al Sud rispetto al resto del paese: nel 2022 gli utenti soddisfatti dell’autobus sono stati il 55,7%, quasi 10 punti in meno rispetto alla media nazionale.
Per quello che riguarda invece le infrastrutture sanitarie, lo Svimez ha valutato la disponibilità a livello regionale di posti letto nelle strutture sanitarie residenziali e semiresidenziali. In questo comparto è «grave» la sotto-dotazione delle regioni meridionali, che registrano tutte valori inferiori alla media nazionale di 553 posti letto per 100.000 abitanti: sta peggio la Sicilia (98 posti), poi Campania (114) e Basilicata (128). Per quello che riguarda invece le dotazioni regionali di posti residenziali per anziani nelle strutture territoriali per 1.000 residenti, a fronte di una disponibilità media di 15,2 posti in Italia la situazione peggiore si registra sempre in Sicilia (1,2), Basilicata (1,4) e Campania (1,8).
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