Giovedì 19 Dicembre 2024

Bollo pagato ma il Fisco non lo sa: in Sicilia pioggia di cartelle, pasticcio sanatoria

Un numero preciso ancora non c’è, ma le prime stime indicano che ad almeno 200 mila, forse anche 300 mila, siciliani sono arrivate negli ultimi giorni cartelle esattoriali o semplici avvisi di pagamento per il bollo auto degli anni scorsi. E si tratta in moltissimi casi di errori della Regione e dell’Agenzia delle Entrate. Perché a versare di nuovo la tassa è chiamato, sulla carta, soprattutto chi ha usufruito della sanatoria varata dal governo nella fase finale dello scorso anno e che è appena stata prorogata fino a fine giugno. Un problema di comunicazione fra piattaforme informatiche ha dato vita a un clamoroso autogol, seppure riparabile. Moltissime delle notifiche inviate dall’Agenzia delle Entrate sono state recapitate a contribuenti che nei mesi scorsi hanno usufruito della cosiddetta sanatoria dei bolli arretrati. In pratica, sfruttando una legge della Regione, chi non aveva pagato il bollo a partire dal 2016 ha potuto autodenunciarsi e versare solo la tassa senza sanzioni e interessi. Allo stesso modo quanti nei mesi scorsi hanno ricevuto cartelle esattoriali, perché era stato il Fisco a scovarli, hanno potuto usufruire della sanatoria di sanzioni e interessi, mettendosi in regola. Ed è a questo punto che è scoppiato il caos. Perché la Regione - a cui fa formalmente capo la tassa - ha registrato il pagamento, ma lo stesso non è avvenuto da parte dell’Agenzia delle Entrate e dell’Aci. In pratica, non risulta che i contribuenti si siano messi in regola. E per questo motivo stanno piovendo gli avvisi di pagamento. Il dipartimento Finanze dell’assessorato all’Economia, guidato da Silvio Cuffaro, ha da giorni appreso del problema. Anche perché la Regione è stata sommersa da richieste di rettifica delle cartelle da parte dei contribuenti. E per far fronte al caos che sta generando l’invio delle cartelle è stata predisposta una sorta di task force in assessorato. «Chi ha pagato e quindi è in regola non deve fare assolutamente nulla - spiega Silvio Cuffaro -. È sufficiente comunicare a noi del dipartimento Finanze che il pagamento è stato effettuato regolarmente. Poi, attingendo alle nostre banche dati, una volta verificato che è tutto è in regola possiamo cancellare la cartella o l’avviso di pagamento. Possiamo fare, quindi, ciò che in gergo si chiama sgravio». È una operazione non semplicissima. Soprattutto per via dei numeri record di questa campagna anti-evasione. Fra le 300 mila cartelle inviate in questi giorni ce ne sono alcune corrette, arrivate quindi a chi davvero non ha pagato e deve quindi versare il dovuto. Tutte le altre vanno rettificate o cancellate e per farlo ogni destinatario deve contattare la task force della Regione a uno dei numeri che sono stati attivati ad hoc. E che riportiamo di seguito: 091-7076556, 091-7076835, 091-7076570, 091-7076617. Non è da escludere - spiegano alla Regione - che nei prossimi giorni continuino ad arrivare cartelle esattoriali o semplici avvisi di pagamento errati. Un bilancio sui numeri di questo caos potrà essere fatto solo fra qualche settimana. Intanto è già certo che l’invio delle cartelle potrebbe trasformarsi in uno spreco di risorse pubbliche. Perché ogni invio da parte dell’Agenzia delle Entrate ha un costo di circa 6 euro che normalmente è a carico del contribuente. Ma se avviene - come probabile - lo sgravio, questi 6 euro non verranno mai incassati dall’agente della riscossione e si trasformerebbero quindi in un buco. Tanto più profondo quanto maggiore sarà il numero di destinatari delle cartelle errate.

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