Un numero preciso ancora non c’è, ma le prime stime indicano che ad almeno 200 mila, forse anche 300 mila, siciliani sono arrivate negli ultimi giorni cartelle esattoriali o semplici avvisi di pagamento per il bollo auto degli anni scorsi. E si tratta in moltissimi casi di errori della Regione e dell’Agenzia delle Entrate. Perché a versare di nuovo la tassa è chiamato, sulla carta, soprattutto chi ha usufruito della sanatoria varata dal governo nella fase finale dello scorso anno e che è appena stata prorogata fino a fine giugno.
Un problema di comunicazione fra piattaforme informatiche ha dato vita a un clamoroso autogol, seppure riparabile. Moltissime delle notifiche inviate dall’Agenzia delle Entrate sono state recapitate a contribuenti che nei mesi scorsi hanno usufruito della cosiddetta sanatoria dei bolli arretrati. In pratica, sfruttando una legge della Regione, chi non aveva pagato il bollo a partire dal 2016 ha potuto autodenunciarsi e versare solo la tassa senza sanzioni e interessi. Allo stesso modo quanti nei mesi scorsi hanno ricevuto cartelle esattoriali, perché era stato il Fisco a scovarli, hanno potuto usufruire della sanatoria di sanzioni e interessi, mettendosi in regola.
Ed è a questo punto che è scoppiato il caos. Perché la Regione - a cui fa formalmente capo la tassa - ha registrato il pagamento, ma lo stesso non è avvenuto da parte dell’Agenzia delle Entrate e dell’Aci. In pratica, non risulta che i contribuenti si siano messi in regola. E per questo motivo stanno piovendo gli avvisi di pagamento.
Il dipartimento Finanze dell’assessorato all’Economia, guidato da Silvio Cuffaro, ha da giorni appreso del problema. Anche perché la Regione è stata sommersa da richieste di rettifica delle cartelle da parte dei contribuenti. E per far fronte al caos che sta generando l’invio delle cartelle è stata predisposta una sorta di task force in assessorato. «Chi ha pagato e quindi è in regola non deve fare assolutamente nulla - spiega Silvio Cuffaro -. È sufficiente comunicare a noi del dipartimento Finanze che il pagamento è stato effettuato regolarmente. Poi, attingendo alle nostre banche dati, una volta verificato che è tutto è in regola possiamo cancellare la cartella o l’avviso di pagamento. Possiamo fare, quindi, ciò che in gergo si chiama sgravio».
È una operazione non semplicissima. Soprattutto per via dei numeri record di questa campagna anti-evasione. Fra le 300 mila cartelle inviate in questi giorni ce ne sono alcune corrette, arrivate quindi a chi davvero non ha pagato e deve quindi versare il dovuto. Tutte le altre vanno rettificate o cancellate e per farlo ogni destinatario deve contattare la task force della Regione a uno dei numeri che sono stati attivati ad hoc. E che riportiamo di seguito: 091-7076556, 091-7076835, 091-7076570, 091-7076617.
Non è da escludere - spiegano alla Regione - che nei prossimi giorni continuino ad arrivare cartelle esattoriali o semplici avvisi di pagamento errati. Un bilancio sui numeri di questo caos potrà essere fatto solo fra qualche settimana. Intanto è già certo che l’invio delle cartelle potrebbe trasformarsi in uno spreco di risorse pubbliche. Perché ogni invio da parte dell’Agenzia delle Entrate ha un costo di circa 6 euro che normalmente è a carico del contribuente. Ma se avviene - come probabile - lo sgravio, questi 6 euro non verranno mai incassati dall’agente della riscossione e si trasformerebbero quindi in un buco. Tanto più profondo quanto maggiore sarà il numero di destinatari delle cartelle errate.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia