Domenica 24 Novembre 2024

Conto alla rovescia per l'assegno di inclusione, 400 mila siciliani in attesa

People attend to request for citizenship wage in a CGIL CAF (Centro Assistenza Fiscale - Fiscal Assistance Center) in Naples, Italy,06 March 2019. The government's 'citizenship wage' basic income kicked off on Wednesday when the official website started taking applications for the new benefit.Primo giorno per richiedere il reddito di cittadinanza nel Caf della CGIL a Napoli 6 marzo 2019.ANSA / CIRO FUSCO

Ancora dieci giorni, poi cominceranno ad arrivare i primi assegni, non tutti in un una volta ma a macchia di leopardo, fino a coprire una platea di oltre 162 mila famiglie potenziali beneficiarie, per un totale di 404 mila persone coinvolte. Tanti, in Sicilia sono i «sopravvissuti» del Reddito di cittadinanza (Rdc), misura rottamata a Capodanno in favore del nuovo Adi, l’Assegno di inclusione che sostituirà anche la Pensione di cittadinanza (Pdc), riconosciuto dall’Inps ai nuclei con un Isee non superiore a 9.360 euro e che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni: con disabilità, minorenne, over 60, in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione. Ancora, per la verità, non esiste cifra precisa di destinatari registrata nero su bianco in qualche database, ma è logico pensare che i dati coincideranno, più o meno, con l’ultima fotografia degli aventi diritto ai vecchi sussidi, scattata lo scorso dicembre dall’Istituto nazionale di previdenza, dove, più nel dettaglio, oltre alle 17.426 intestatarie di Pdc, risultavano 144.796 famiglie iscritte nell’elenco Rdc, ridotte – segnatevi questo numero – di oltre 50 mila unità rispetto a sei mesi fa e comunque ancora in cima alla classifica tricolore delle regioni con l’asticella più alta di percettori, superata solo in Campania. Per tutti loro, o quantomeno per chi ha già fatto domanda entro il 7 gennaio sottoscrivendo il Patto di inclusione digitale, il primo Adi arriverà il 26 gennaio, mentre per le istanze inoltrate tra il 7 e il 31 corrente mese si dovrà attendere almeno la metà di febbraio. Buona parte dei nuovi assegni finirà in provincia di Palermo, in testa per quantità di nuclei beneficiari, paria a 51.451 se si considerano anche gli ex della Pensione di cittadinanza. Seguono Catania con 3.927, Messina con 16.991, Trapani con 12.744, Siracusa con 12.617, Agrigento con 11.856, Caltanissetta con 7.477, Ragusa con 5.890 ed Enna con 3.962. L’importo medio sarà, bene o male, quanto quello andato in soffitta con il Reddito, pari a 650 euro, per un totale di 105 milioni di euro al mese, solo nell’Isola, ovviamente. Più difficile, invece, far di conto con la platea che ha già ricevuto o deve ancora ricevere il Supporto formazione lavoro (Sfl) da 350 euro, l’altro sostegno pensato dal governo Meloni, già attivo da qualche mese e destinato agli «esodati» Rdc, ossia a tutte le famiglie «occupabili» non rientranti nella categoria Adi, che dopo l’estate hanno cominciato a ricevere il fatidico Sms in cui l’Inps annunciava lo stop al vecchio sussidio. Ma anche in questo caso si può usare la logica, indicando lo stesso numero di nuclei che da agosto sono usciti dalla lista del vecchio Reddito: oltre 50 mila unità, una soglia altissima se si considera che le domande per Sfl rilevate in tutta Italia ammontano, per adesso, a 150 mila. Intanto, sul fronte occupazione, da ieri è diventato operativo l’Osservatorio del mercato del lavoro, insediato presso l’assessorato regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro. Ne fanno parte l’assessore Nuccia Albano, i dirigenti dei dipartimenti di competenza e il presidente del Ciapi, oltre ai rappresentanti del mondo sindacale, datoriale, universitario, Anpal servizi, Inps e Inail. Obbiettivo, individuare gli andamenti e le tendenze del mercato del lavoro attraverso la rilevazione di dati e le analisi di indicatori e supportare la programmazione delle politiche occupazionali della Regione. Per Albano l’Osservatorio «porterà benefici a tutta la Sicilia, sia agli enti datoriali che cercano manodopera spesso difficile da trovare, sia ai lavoratori che nella stragrande maggioranza acquisiscono competenze non richieste dal mercato».

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