I coltivatori lo avevano già intuito, ma adesso, dati alla mano, c’è la conferma del Sias, il Servizio informativo agrometeorologico siciliano: dicembre completa un secondo semestre 2023 «eccezionalmente povero di piogge», facendo registrare nell’Isola, «per il quarto mese consecutivo, pesanti deficit negli accumuli pluviometrici» e «determinando una situazione per alcuni versi del tutto inedita, anche a confronto con i gravi periodi di siccità degli anni ‘70 e ‘80 e con quello del 2002». Secondo l’analisi delle serie degli Annali idrologici, continuano gli esperti, «mai infatti in Sicilia dal 1921 le precipitazioni erano state così scarse nella seconda metà dell’anno, risultando, come media regionale, inferiori anche a quelle della grave siccità del 1977», e se attualmente l’ammanco d’acqua «non risulta così grave nei bilanci pluviometrici a medio termine è solo grazie alle anomale piogge di maggio e giugno, i cui eccessi, tuttavia, più che apportare benefici hanno determinato danni significativi a diverse colture». Lo sa bene Ignazio Gibiino, vicepresidente di Coldiretti Sicilia, che spera ora nell’Epifania, «quando, finalmente, secondo previsioni meteo, dovrebbe arrivare finalmente qualche goccia, almeno per spingere la crescita di cereali e foraggio, ancora nettamente indietro rispetto alla media invernale. Più difficile, invece, risollevare le sorti delle produzioni di ortaggi, che stanno soffrendo moltissimo la siccità costringendo gli agricoltori ad irrigare i campi a proprie spese, utilizzando quel poco di risorsa idrica che è rimasta nei pozzi privati, mentre a chi non dispone di bacini non resta che disperarsi».