La crisi di settore l’avevano pronosticata tre mesi fa, ed è puntualmente arrivata, ma un carico peggiore di quanto previsto, tanto da registrare «un mezzo disastro, perché dimezzato, di fatto, sarà il nostro fatturato». È il Natale amaro dell’arancia siciliana tracciato in queste ore dai coltivatori, quantomeno nel versante orientale dell’Isola, dove, nonostante il raccolto sia ancora in corso d’opera, «si può già fare il bilancio del 2023, che porterà una perdita di introiti per le aziende pari, almeno, al 50% rispetto allo scorso anno». Parola di Vito Amantia, agrumicoltore Coldiretti di lunga esperienza, operativo nella Piana di Catania, patria delle Tarocco, finita nel ciclone «di un’annata tragica per gli agrumi, la peggiore dell’ultimo trentennio a causa della siccità e delle temperature rilevate lo scorso autunno, che hanno mandato in tilt la maturazione dei frutti, ritardando la pigmentazione e riducendone calibro». Un servizio completo di Andrea D'Orazio sul Giornale di Sicilia in edicola oggi