Lunedì 23 Dicembre 2024

Alla continua ricerca di lavoratori in Sicilia: ecco le figure professionali che mancano

Decisamente no: l’Isola, almeno per questa volta, non fa eccezione, anzi, sembra messa meglio di qualche altro territorio, soprattutto nel confronto con il Nord. Ma forse mai come in questo caso il vecchio detto, mal comune mezzo gaudio, fa poca breccia, perché in una regione come la Sicilia - dove l’Istat ha di recente fotografato, tra i giovani laureati, uno dei tassi di occupazione più bassi d’Italia e al contempo, tra gli under 35, la più alta percentuale di Neet (pari al 32%) - il paradosso confermato ieri in tutto il Paese dal report della Cgia di Mestre fa, se possibile, ancor più rumore: mentre la disoccupazione vola, le imprese hanno sempre più difficoltà a trovare lavoratori.

«Ricercati special»

Lo sanno bene le aziende che operano nel settore del commercio, del turismo, dell’edilizia e dei trasporti, dove, secondo i dati dell’Associazione degli artigiani, elaborati sulla base dei numeri registrati da Excelsior Unioncamere Anpal, si concentra il gap tra domanda e offerta di lavoro nelle nove province siciliane. Più nel dettaglio, nel corso del 2022, a fronte di 24.150 commessi necessari per le vendite, gli imprenditori isolani non sono riusciti a trovare quasi 6.300 figure, per un’incidenza di difficoltà di reperimento del 26%, che tra camerieri e chef sale al 43%, per 10 mila lavoratori irreperibili contro i 22.830 ricercati, mentre gli edili hanno inseguito invano più di ottomila muratori rispetto ai 21 mila richiesti, per un ammanco del 9%. Non va meglio per gli addetti alle pulizie degli uffici e degli esercizi commerciali, dove il deficit si attesta al 28%, per 4.250 persone mai ingaggiate contro le oltre 15 mila unità previste. Per non parlare della voce «conduttori mezzi pesanti e camion»: 14.760 i camionisti occupabili, 6.530 quelli introvabili, con un vuoto del 44%.

I cervelli al lumicino

E attenzione, perché l’elenco dei lavoratori «fantasma« non si ferma alle categorie appena citate (per un totale di oltre 35 mila addetti non reperibili nel 2022), ma comprende anche mestieri professioni meno usuranti: in Sicilia, come nel resto d’Italia, spiega la Cgia, mancano pure medici di medicina generale, ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, i dirigenti d’azienda di istituti scolastici privati e di strutture sanitarie private, nonché infermieri, ostetriche ed elettrotecnici. C’è poi il dettaglio locale. Tra le province dell’Isola Caltanissetta risulta quella con l’incidenza più alta nella difficoltà di reperimento, pari al 40,5%, seguono Siracusa con il 38,8%, Enna con il 38%, Ragusa con il 37%, Palermo con il 35% ma con la cifra maggiore in termini assoluti, pari a circa 76mila figure non pervenute, Catania e Messina al 34,5%, Agrigento al 33,7% e Trapani al 32%. Certo, si tratta di soglie lontane dalla prima classificata - la provincia di Bolzano, al 52% - ma è pur vero che nell’Isola il tasso di disoccupazione è decisamente più alto che nel resto del Paese. Inoltre, su tutto il territorio, negli ultimi due anni, rimarca Giuseppe Pace, presidente di Unioncamere Sicilia, «il bollettino Excelsior ha rilevato mensilmente una crescita progressiva dell’indice di difficoltà delle aziende a trovare candidati idonei per le qualifiche proposte: se prima l’indice si attestava attorno al 24%, negli ultimi mesi ha sfiorato il 50%, e a settembre è stato del 39,8%. Gli imprenditori dell’Isola lamentano generalmente una carenza di formazione dei candidati per i livelli medio-bassi, ma per quelli più alti e specializzati, soprattutto nelle materie Stim», ossia Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica, «e nelle professioni del futuro come digitalizzazione e intelligenza artificiale, addirittura una mancanza quasi assoluta di persone che si presentano alle selezioni».

La reazione delle imprese

Solo per fare un esempio, il mese scorso, in provincia di Palermo, il mondo della sanità hanno cercato 770 tecnici della salute tra infermieri ed educatori professionali, anche per disabili, riscontrando una difficoltà di reperimento del 30%, quota che ha superato il 50% per quanto riguarda un’altra categoria ricercatissima, quella degli operai edili specializzati, che nello stesso mese ha visto “inseguire” quasi 800 figure fra muratori e carpentieri. Il problema, continua Pace, «resta quello di far funzionare il sistema che deve fare incontrare le attività formative a tutti i livelli con le esigenze del tessuto economico. Unioncamere Sicilia, con il progetto «Competenze», negli ultimi anni ha realizzato attività in collaborazione con gli Istituti tecnici per favorire una maggiore specializzazione dei giovani attraverso esperienze dirette nelle aziende. Da quest’anno il progetto «Competenze per le imprese», finanziato dal Fondo di perequazione 2021-2022, ha previsto l’apertura, presso ciascuna Camera di commercio dell’Isola, di sportelli informativi e di servizi di base per indirizzare gli studenti in uscita dai percorsi degli Its e i Neet che aspirino a diventare imprenditori». Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepresidente vicario di Sicindustria, Ivo Blandina che fotografa con evidenza «una Sicilia dei paradossi, dove il tasso di disoccupazione continua a veleggiare sulle due cifre, mentre il 40% delle imprese non riesce a trovare le figure professionali di cui ha bisogno. Mancano periti meccanici, tecnici del legno, periti elettronici, tecnici delle telecomunicazioni, ingegneri e matematici, fisici e chimici, conduttori d’impianti. E questo perché continua ad esserci un forte disallineamento tra le scelte formative dei giovani e i fabbisogni delle aziende. Occorre quindi predisporre percorsi di studio in linea con le esigenze del tessuto imprenditoriale, creare un sempre più forte collegamento tra il mondo della scuola ed il mondo del lavoro e fare una formazione continua di qualità (Fondi Interprofessionali). Martedì prossimo Sicindustria Ragusa presenterà un progetto che si muove in questa direzione, perché darà il via a un progetto che mira a formare giovani diplomati sulla base esatta delle esigenze di mercato. Questa è la strada da percorrere».

leggi l'articolo completo