Lunedì 23 Dicembre 2024

Scontro sul caro voli, Ryanair taglia il 10% delle tratte siciliane. Schifani: inaccettabile

Michael O'Leary ceo di Ryanair

Si intensifica lo scontro sul caro-voli tra il governo e le compagnie aeree, con Ryanair in prima linea. A due giorni dall’appuntamento fissato per il 14 settembre a Palazzo Piacentini, sede del ministero per le Imprese e il Made in Italy, la miccia è stata accesa dall’amministratore delegato della società irlandese Michael O’ Leary, giunto a Milano per presentare l’offerta invernale della compagnia. Parlando del provvedimento, lo ha definito «idiota, stupido e illegale», sottolineando che è «basato su dati spazzatura». Parole pesanti, pronunciate prima di annunciare che per effetto del decreto ci saranno 10 nuovi voli solo internazionali da Malpensa (Varese) e Orio al Serio (Bergamo), base storica di Ryanair in Italia. Il tutto condito con l’annuncio del taglio del 10% dei voli per la Sicilia, così come già avvenuto per quelli diretti in Sardegna a fine estate. Immediata la replica del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: «L’Italia - ha sottolineato - è un paese sovrano, non si fa ricattare da alcuno». E altrettanto severa quella del governatore della Sicilia Renato Schifani: «il comportamento di Ryanair è inaccettabile», «Siamo certi che il governo nazionale terrà il punto, facendo lo propria parte. Anche noi faremo di tutto perché nuovi vettori possano raggiungere la Sicilia». Un botta e risposta corredato da un vivace siparietto, usuale per O’ Leary, un po’ insolito invece per Urso. Rivolgendosi ai giornalisti a Milano il manager irlandese, che venerdì scorso ha ricevuto una torta in faccia a Bruxelles, ha chiesto se qualcuno ne avesse con sé una, per ironizzare poi sul ministro, accusandolo di aver «tolto le pile dal telecomando» per impedire la presentazione. A suo dire poi, Urso stesso «vuole ridurre le tariffe e non sa come fare». Il ministro non ha esitato a rispondere senza mai nominare direttamente il proprio interlocutore: «Mi sono ritrovato un po’ di pile - ha detto - se trovate una persona che sia aggira per l’Italia gliele potete riconsegnare voi?». Poi l’affondo: «se ha bisogno di un consigliere giuridico siamo disponibili ad assisterlo». «Qui - ha proseguito - ieri lo ha ricevuto un consigliere di Stato, poi è difficile parlare e argomentare se uno non ha conoscenze giuridiche e legali». Urso ha ricordato che Ryanair «è stata sanzionata 11 volte» dall’Antitrust». «Vada in tribunale - ha detto - è stata già condannata più volte». Per O’Leary il decreto «ridurrà i voli aumentando le tariffe» e il decreto «avrà l’effetto opposto» rispetto all’obiettivo per cui è stato concepito. «Ridurrà la capacità dei voli - ha spiegato il manager irlandese - e aumenterà le tariffe per la Sardegna e la Sicilia, fino a quando non verrà annullato dai Tribunali europei» essendo basato su basato su «consigli falsi ed inaccurati di Enac». «Non è vero che abbiamo un algoritmo di riconoscimento dell’apparecchio con cui viene fatta una prenotazione - ha spiegato - e non è vero che siamo in grado di geolocalizzare il cliente». «Vogliono ridurre le tariffe - ha sottolineato O’ Leary - ma non sanno come fare». Un decreto - conclude O’ Leary - che va «contro i principi dell’Ue, che per questo lo annullerà». Al manager si è rivolto anche il presidente dell’Antitrust Roberto Rustichelli, definendo «infondate» le critiche, perché «non colgono nel segno». A suo dire la norma «non limita la facoltà (delle compagnie, ndr) di determinare indipendentemente le proprie politiche di prezzo» e appare invece «perseguire un obiettivo di natura perequativa» e impedire «lo sfruttamento abusivo del potere di mercato a pregiudizio di consumatori particolarmente vulnerabili». Di «intervista surreale» ha parlato invece il presidente di Enac Pierluigi Di Palma, sottolineando che l’ente da lui presieduto «non è un soggetto clown che avrebbe messo in piedi questa storia». Di Palma ha invocato poi un «intervento normativo» in grado di tutelare i “cittadini cittadini delle isole e delle zone periferiche» nei momenti «emergenziali».

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