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Il caro benzina in Sicilia mette in crisi camionisti e agricoltori, l'appello: il governo intervenga o sarà sciopero

Aziende in ginocchio, un litro costa due euro. I trasportatori sono pronti a fermare i Tir, anche i consumatori in rivolta

Il prezzo della benzina a 1,946 euro al litro sulle strade comunali, provinciali e statali, con il gasolio che segue a breve distanza viaggiando intorno a 1,840 euro, e anche se, per entrambe le voci, si tratta di qualche centesimo in meno rispetto ad altre regioni, c’è davvero poco da esultare, anzi nulla, visto che in tutta la rete autostradale e in alcuni distributori delle arterie cittadine ed extraurbane si sale oltre la soglia dei 2 euro per la verde, mentre il diesel si attesta poco sotto.

Sono i livelli medi del costo del carburante rilevati ieri nelle pompe dell’Isola dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, e indicano tutti la stessa cosa, sintetizzata così dal segretario nazionale del Codacons, il giurista Francesco Tanasi: «La stangata di post-Ferragosto in atto in tutta Italia con l’improvviso rincaro dei derivati del petrolio, in Sicilia peserà di più sulle spalle di consumatori, camionisti e imprenditori, semplicemente perché, al di là degli esigui scarti di prezzo fra le regioni, sul territorio siciliano si impiegano più ore a viaggiare in strada a causa di quel gap infrastrutturale mostrato di recente, in tutta la sua evidenza, dal caos-voli generato dall’incendio nell’aeroporto di Catania. Ma anche perché il reddito degli isolani è più basso rispetto al resto del Paese».

E i trasportatori sono pronti a fermare i Tir se Roma non interverrà.

 

Un servizio di Andrea D'Orazio sul Giornale di Sicilia oggi in edicola

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