Giovedì 19 Dicembre 2024

Vola il prezzo della benzina al distributore, estate d'oro per le casse dello Stato

Prezzi della benzina sempre più alle stelle. E se per le famiglie italiane rappresenta l’ennesima stangata sulle vacanze, lo Stato invece ringrazia. Per effetto delle accise e dell’Iva sui carburanti, infatti, tra esodo e controesodo estivi nelle sue casse, secondo le stime, entreranno attorno ai 2,2 miliardi di euro. E mentre i prezzi alla pompa corrono, nonostante l’obbligo di esporre ai distributori i cartelli col prezzo medio dei carburanti, Adolfo Urso difende la strategia del governo: «Il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania». E per quanto riguarda i cartelloni, per il ministro del made in Italy si tratta di «una misura risultata pienamente efficace che ha consentito, in un sistema di mercato, di contrastare la speculazione, dando piena trasparenza e quindi consapevolezza e capacità di scelta al consumatore». Non la pensano così i consumatori e le associazioni di categoria dei benzinai. Assoutenti chiede al governo un intervento sulle accise: creare un automatismo che possa ridurre le tasse in occasione delle fiammate internazionali dei prezzi. E intanto redistribuire gli extraprofitti. Mentre il Codacons annuncia un esposto a 104 procure per verificare la possibile fattispecie di aggiotaggio. La Fegica, federazione dei gestori, sottolinea invece come sia «il sedicesimo giorno consecutivo che i prezzi medi dei carburanti comunicati dal Mimit hanno subito un aumento. Il cartello imposto ai distributori dal governo - si afferma - nulla ha potuto. La misura non solo è inutile ma rischia di essere controproducente». Un effetto peraltro già segnalato come rischio dall’Antitrust in fase di audizione sul decreto trasparenza. Attaccano anche le opposizioni: per il Pd le dichiarazioni di Urso sono «fuori dalla realtà», mentre per il Prc il ministro «fa orecchie da mercante». Intanto Assoutenti fa i conti: ipotizzando 15 milioni di autovetture a benzina o gasolio in circolazione sulle autostrade italiane e una media di tre pieni solo per gli spostamenti e il successivo ritorno, si stima che lo Stato incassi oltre 2,2 miliardi (per la precisione 2.275.875.000 euro) grazie alle imposte sui carburanti: una media tra tasse su benzina e gasolio di 1.513.125.000 a titolo di accise e 762.750.000 a titolo di Iva. Iva e accise - ricorda dunque l’associazione - pesano oggi per il 55,6% su un litro di benzina e per il 51,8% sul gasolio. Considerando il prezzo medio dei carburanti della settimana dal 7 al 13 agosto fornito dal ministero dell’ambiente (1,939 euro al litro la benzina, 1,827 euro al litro il gasolio) gli italiani pagano su ogni litro di verde ben 1,077 euro di tasse: 0,728 euro a titolo di accisa, oltre 0,349 euro per l’Iva. Sul gasolio la tassazione pesa per circa 0,946 euro al litro: 0,617 per le accise, 0,329 euro per l’Iva. Intanto i prezzi della verde e degli altri carburanti hanno continuato a salire repentinamente nel corso degli ultimi giorni sfondando anche quota 2 euro al litro per il self service in autostrada, quello più gettonato dai vacanzieri, e arrivando fino alla cifra record di 2,7 euro sull’A8 Varese-Milano. Un caso quest’ultimo per il quale Assoutenti ha chiesto l’intervento della Guardia di Finanza. Situazioni analoghe si trovano anche nel resto d’Europa, con la Francia ad esempio che tallona l’Italia con prezzi sui 2 euro al litro. «Il governo deve attivarsi introducendo meccanismi automatici di riduzione di Iva e accise su benzina e gasolio in occasione dell’incremento dei prezzi industriali - dice il presidente di Assoutenti Furio Truzzi - in modo da alleggerire la spesa degli italiani sia per i rifornimenti, sia per quei prodotti come gli alimentari che risentono dei maggiori costi di trasporto. Intanto chiediamo un intervento urgente al governo Meloni affinché si utilizzino gli extraprofitti garantiti in questi giorni dalle tasse sui carburanti per tagliare subito le accise su benzina e gasolio, al pari di quanto fatto dal precedente esecutivo Draghi. Serve infine una indagine approfondita sulla formazione dei prezzi dei carburanti dall’estrazione, alla vendita fino alla pompa, passaggi dove si nasconde la vera speculazione».

I controlli della Guardia di Finanza

I prezzi, ovviamente. Ma anche la qualità dei prodotti venduti, il regolare funzionamento delle pompe nei distributori, il rispetto degli obblighi fiscali: con il prezzo della benzina che continua a salire, la Guardia di Finanza intensifica i controlli. Un piano d’azione che riguarda tutta Italia e che andrà avanti fino alla fine dell’anno. Che ci sia qualcosa che non torna, d’altronde, lo dicono i numeri. Nei primi 15 giorni d’agosto - giornate tra l’altro con milioni di italiani e stranieri sulle strade - sono stati eseguiti complessivamente 1.230 interventi nei confronti di 85 distributori sulla rete autostradale e di 1.145 sulle altre strade, che hanno consentito di riscontrare 325 irregolarità, di fatto una su quattro controlli. 789 sono le violazioni contestate; 363 per mancata esposizione dei prezzi o per difformità di quelli praticati rispetto a quelli indicati e 426 per l’inosservanza degli obblighi di comunicazioni all’Osservaprezzi carburante, il servizio on line del ministero delle imprese e del made in Italy che consente di sapere in tempo reale i prezzi di vendita praticati dagli impianti. «In relazione all’evolversi dello scenario di alta volatilità che condiziona l’andamento del prezzo del carburante per autotrazione - dice dunque il Comando generale delle Fiamme Gialle - a Ferragosto, in concomitanza con l’incremento dell’utenza stradale connesso all’esodo estivo sono stati intensificati i controlli a tutela dei cittadini in materia di trasparenza dei prezzi». E questo perché, specifica la Gdf, gli operatori sono tenuti «a rispettare specifici obblighi di comunicazione» dei prezzi, che «devono essere esposti pubblicamente presso il luogo d’esercizio, attraverso apposita cartellonistica». Cartelloni sui quali deve essere indicato anche il prezzo medio d’acquisto che si determina «su base regionale - spiega la Guardia di Finanza - per gli impianti di distribuzione attivi sulla rete stradale ordinaria, mentre è calcolato su base nazionale per i punti di rifornimento situati in ambito autostradale». Ma come verranno selezionati i distributori dove effettuare i controlli. «I soggetti controllati sono accuratamente preselezionati attraverso un’analisi di rischio sviluppata a livello centrale, dalla componente speciale del Corpo» dice ancora il Comando generale. E quelle posizioni che dovessero mostrare dei profili di rischio verranno poi sottoposte ad ulteriori approfondimenti grazie alle informazioni raccolte dai reparti sul territorio.

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