Cosa cambierà nel reddito di cittadinanza dopo la manovra del governo Meloni? Sono 404mila i nuclei familiari interessati dalle nuove regole, e secondo quanto calcolato nella Relazione tecnica alla misura, i dati Inps indicano in 1,039 milioni il numero medio annuo dei nuclei beneficiari: di questi i nuclei interessati sarebbero appunto oltre 400mila, mentre 635mila non sarebbero toccati. Le novità stabiliscono che nel 2023 i percettori occupabili tra 18 e 59 anni percepiscano il sostegno per massimo 8 mensilità. Restano esclusi i nuclei con la presenza di minori, di anziani sopra i 60 anni e di disabili.
Cosa cambia nel 2023
In questi 8 mesi la persona occupabile verrà debitamente formata così da renderla appetibile al mercato del lavoro e favorirne la rioccupazione. Il ricollocamento dovrebbe essere favorito dall’introduzione di un nuovo sgravio contributivo totale, fino a un massimo di 6 mila euro, che riguarda tanto i giovani Under 36 quanto i percettori di Reddito di cittadinanza.
Stop al reddito dal 2024
Per tutte le persone che non rientrano nel profilo degli occupabili non ci sono novità immediate, almeno nel 2024. Il Reddito di cittadinanza continuerà a essere erogato fino a scadenza naturale, almeno fino al 2024. Dopo, dovrebbe esserci l'addio definitivo alla misura, o quantomeno sarà rivista o sostituito con nuove misure per la povertà.
Il cumulo del reddito
Verrà data la possibilità di cumulare il reddito di cittadinanza con i redditi da lavoro stagionale entro il limite di 3.000 euro l’anno. In questo modo si cerca di contrastare il fenomeno della mancanza di lavoratori nel turismo, dando la possibilità ai percettori di reddito di cittadinanza di poter andare a lavorare senza temere una riduzione dell’importo della misura.