Il conto per il momento si è fermato a 10.883. Tante sono le strutture ricettizie censite in Sicilia dalla Regione attraverso l’introduzione dell’obbligo di acquisire un certificato per poter operare sul mercato. Un dato che ha stupito i dirigenti dell’assessorato al Turismo soprattutto perché circa la metà di queste strutture - per lo più i piccoli appartamenti adibiti a casa vacanza - era totalmente sconosciuto al sistema di registrazione dei flussi, operava quindi (se non in nero) quantomeno nell’ombra. È un risultato che apre scenari nuovi quello dell’assegnazione del Cir (Codice di identificazione regionale) a tutte le strutture che accolgono turisti. Porta alla luce migliaia di microattività legate a mini appartamenti, singole stanze e seconde case che finora sfuggivano a ogni controllo e alla verifica dei requisiti di qualità. Anche se, va detto, per le strutture più piccole fino al luglio scorso non era previsto alcun obbligo di registrazione, soprattutto se l’attività era limitata a meno di 30 giorni all’anno. Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un servizio di Giacinto Pipitone