Domenica 22 Dicembre 2024

Nuovo rialzo dei tassi d'interesse: altro 0,75 in più dopo quello di settembre

Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea

La Bce alza i tassi di tre quarti di punto e si appresta a mettere mano al quantitative easing, con la presidente Christine Lagarde che replica a Giorgia Meloni, che aveva evocato una «scelta azzardata» di Francoforte: «La cosa di cui le persone sono preoccupate è l’inflazione». Ma oltre alla corsa immediata al rialzo i mercati già intravedono una pausa nel 2023, e festeggiano. La neo-presidente del Consiglio, due giorni fa, aveva sottolineato i rischi per famiglie e imprese creati dalla politica monetaria di Francoforte, che oggi ha raddoppiato con un nuovo rialzo da tre quarti di punto come a settembre: il tasso di rifinanziamento principale sale così al 2% sui livelli dov'era nel 2009, quello sui depositi all’1,5% e quello sui prestiti marginali al 2,25%. Prima di Meloni avevano «bacchettato» Francoforte sia la premier finlandese Sanna Marin che il presidente francese Emmanuel Macron. Lagarde non si è tirata indietro dal replicare: «Faremo quel che va fatto» e «non significa che trascuriamo il rischio di recessione. Ma ci preoccupa il fatto che i bassi redditi sono vulnerabili non solo al rischio di recessione, ma anche alla realtà dell’inflazione». Macron e la Marin, in particolare, erano entrati nel vivo del dilemma che affligge la Bce, ovvero il rischio che per fronteggiare l’inflazione la Bce peggiori la recessione. È stata la stessa Lagarde a evocare, dopo l’attuale frenata, rischi «al ribasso». Anche se non sembra avverarsi lo «scenario avverso» di una recessione 2023 da -0,9%, a dicembre verrà probabilmente rivisto in peggio lo scenario base di una crescita pari a +0,9%. La Bce, tuttavia, pur riconoscendo che l'inflazione dell’Eurozona al 9,9% si deve in larga parte all’energia, guarda la corsa ai rincari che contagia un po’ tutti i settori: l’inflazione «supercore», al netto di alimentari, energia e fattori stagionali, è ormai al 5,8%. Occorre dunque portare la leva monetaria, tuttora espansiva, sulla posizione «neutrale». Non solo alzando i tassi: il Consiglio direttivo «a dicembre affronterà la discussione e deciderà i principi-chiave» su come riassorbire gli acquisti di debito del quantitative easing, ha spiegato Lagarde. Intanto, già da fine novembre subiranno una stretta i tassi con cui le banche accedono ai maxi-prestiti Tltro, un altro passo verso la riduzione del bilancio della Bce. Le scelte future di Francoforte, tuttavia, dipenderanno molto dalle nuove previsioni in arrivo alla riunione del 15 dicembre, quando ci si attende una nuova stretta da mezzo punto. Lagarde ha detto che la Bce potrebbe ancora alzare i tassi diverse volte. Ma il sentimento prevalente è abbastanza cauto e forse lo riassumono le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «Il rialzo dei tassi della Bce era ampiamente previsto. Probabilmente non sarà l’ultimo in questa fase, ma confidiamo nella saggezza della Bce nell’interpretare le cause della recente impennata dell’inflazione e nel tener conto del rallentamento in corso nell’economia europea». Marco Valli, responsabile globale della ricerca di Unicredit, scrive che la Bce è parsa «più cauta» e si aspetta che i tassi raggiungano un picco al 2,25% a febbraio. Anche Fitch è convinta che la Bce si fermerà «ben al di sotto» della Fed, che dopo il Pil Usa del terzo trimestre tornato alla crescita (+2,6% annualizzato) va verso una nuova stretta da 75 punti base il 2 novembre, e in prospettiva potrebbe arrivare in zona 5% al termine della fase rialzista. E così i mercati guardano già a una pausa di Francoforte nel 2023: Milano (+0,9%) e l’Europa vanno in positivo proprio dopo le parole della Lagarde, lo spread arriva a sfiorare i 200 punti base (era a 250 agli inizi di ottobre) con tasso del Btp decennale che scende sotto il 4% da quasi 5% di un mese fa, un buon viatico per l’asta di Btp fissata per domani, 28 ottobre.

leggi l'articolo completo