«Doveva essere la legge più innovativa e di sostanza del governo Musumeci e dell’Assemblea regionale, si è trasformata in un clamoroso flop. Con un paradosso: nemmeno 1 euro è stato versato alle imprese siciliane che durante la fase più cruenta della pandemia invece di chiudere e di mettere in cassa integrazione i dipendenti hanno investito riconvertendo gli impianti per produrre dispositivi di protezione e sicurezza anti Covid. Si è trasformata in un salasso per le imprese quella che due anni fa fu definita la “finanziaria di guerra" che secondo il governo doveva aiutare le imprese e le famiglie alle prese con la pandemia. Due anni sono trascorsi, ma la norma che assegnava contributi a fondo perduto a chi produceva mascherine, gel igienizzante e altri Dpi finora è rimasta solo sulla carta». E’ quanto si legge in una nota del Polo Meccatronica Valley. Gran parte delle imprese che hanno partecipato al bando (pubblicato a distanza di due anni dall’approvazione della norma) dell’Irfis, che gestisce il fondo alimentato dalla legge, hanno ricevuto un due di picche: istanze bocciate perché il contributo della Regione non era cumulabile con altre misure come il credito d’imposta, al quale intanto avevano fatto accesso le aziende dopo avere atteso due anni decreto e bando. Uno smacco: non solo la Ragioneria generale dello Stato con un provvedimento ad hoc aveva chiarito che la cumulabilità era assolutamente consentita, ma lo stesso Irfis, su input di altre leggi regionali, ha concesso altri contributi consentendo la cumulabilità. Non solo. Quelle poche imprese le cui istanze sono state accettate, aspettano ancora i contributi. «Pare che i fondi stanziati siano spariti e l’Irfis aspetti che il governo riassegni le risorse - dice Antonello Mineo, presidente del Polo Meccatronica Valley di Termini Imerese - Erano stati assegnati a Irfis 20 milioni di euro: dove sono finiti? Sono stati utilizzati per altro? Vogliamo risposte chiare, basta. Il sistema delle imprese made in Sicily ha dato un contributo enorme alla lotta al Covid mentre nell’isola venivano distribuiti Dpi farlocchi e fuori-legge come dimostrano le tante indagini e i sequestri da parte della Guardia di finanza. Siamo stati i primi in Italia a creare un cluster d’imprese a servizio del pubblico e dei privati, ma a parte tagli di nastri e promesse le imprese non hanno avuto alcun sostegno da parte delle Istituzioni, mentre in altre Regioni, come la Campania grazie proprio alle Istituzioni locali, è stata sostenuta una intera filiera».