Giovedì 19 Dicembre 2024

Crisi energetica, Confindustria Sicilia chiede 2 miliardi e mezzo per le imprese

«Gli extracosti energetici stanno mettendo in ginocchio l’economia e il mondo produttivo. Non solo quello dell’industria, ma anche quello legato alle attività artigianali, al turismo. Occorre intervenire subito o sarà il disastro. Non è più procrastinabile un tampone alla crisi generata dall’aumento dei costi». È quanto si legge in una nota di Confindustria Sicilia, che chiede l’intervento di Stato e Regione per fronteggiare la crisi, mettendo a disposizione 2,5 miliardi. «Finora - aggiungono gli industriali - le imprese hanno eroicamente eroso i propri margini per far fronte ai rincari senza ripercussioni sul piano sociale ed economico. Ma adesso ci troviamo sull’orlo di un baratro e le previsioni per l’inverno sono terrificanti. È impensabile che la campagna elettorale possa congelare l’intervento della politica in aiuto alle imprese e di conseguenza al sistema Paese». «I governi regionale e nazionale - conclude la nota - devono immediatamente intraprendere azioni a sostegno delle attività economiche e produttive. L’aumento incontrollato dei prezzi sta generando una spinta inflattiva drammatica. Siamo di fronte a un problema di emergenza di sistema. Urge prendere provvedimenti. Servono alla Sicilia due miliardi e mezzo, di cui due miliardi da parte dello Stato e 500 milioni dalla Regione per far fronte alla congiuntura. Fondi recuperabili dalla programmazione 21/27 del Fsc (Fondo di sviluppo e coesione) e dirottabili in interventi immediati a parziale ristoro del mondo che produce».

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