In arrivo sanzioni per chi "trucca" le biciclette elettriche. Il nuovo decreto Infrastrutture, approvato dal Consiglio dei Ministri ha introdotto alcune novità per quanto riguarda le e-bike. La pratica di apportare modifiche illegali a motocicli e scooter è molto diffusa e, ovviamente, illegale. Negli ultimi anni il fenomeno ha intaccato anche le due ruote elettriche che sono diventate tra i mezzi di trasporto più utilizzati dagli italiani, sia per far fronte agli aumenti dei carburanti per le auto e anche grazie all'introduzione degli incentivi all'acquisto da parte del Governo. Il decreto ha modificato alcuni punti relativi all'articolo 50 del Codice della Strada. "Chiunque fabbrica, produce, pone in commercio o vende velocipedi a pedalata assistita che sviluppino una velocità superiore a quella prevista (25 km/h) - si legge nel testo del decreto - è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.084 a euro 4.339. Alla sanzione da euro 845 ad euro 3.382 è soggetto chi effettua sui velocipedi a pedalata assistita modifiche idonee ad aumentare la potenza nominale continua massima del motore ausiliario elettrico o la velocità oltre i limiti previsti". Una brusca frenata quindi per nelle intenzioni dei "furbetti" che modificano le componenti meccaniche delle bici elettriche per tentare di aumentare le velocità. Come si evince dal decreto, le sanzioni saranno applicate non solo agli utilizzatori ma anche a costruttori, grossisti, assemblatori, meccanici e commercianti al dettaglio. Se la e-bike ha subìto una modifica al motore, con conseguente superamento del limite di velocità, può essere considerata a tutti gli effetti un ciclomotore e in quanto tale dovrebbe essere provvista di targa e assicurazione ed il conducente, come afferma la legge, dovrebbe indossare il casco.