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Sicilia, all'Ars arriva la norma per sbloccare i progetti per le case di villeggiatura

Un emendamento di Diventerà Bellissima consente di approvare le richieste nate dalla compravendita delle cubature

Alessandro Aricò

Un emendamento a una legge approvata senza tanto clamore all’Ars mercoledì scorso riapre per migliaia di siciliani la possibilità di ampliare la casa costruita soprattutto nelle zone di villeggiatura. Non è una sanatoria, ma ha un effetto a questa paragonabile perché in mancanza di questa norma di poche righe migliaia di concessioni edilizie sarebbero state bocciate dai Comuni.

Per valutare la portata della norma fatta inserire nel testo dal capogruppo di Diventerà Bellissima, Alessandro Aricò, bisogna tornare indietro a quasi un anno fa. Ad agosto l’Ars ha approvato una prima riforma edilizia che ha cancellato una opportunità valida e molto sfruttata. Fino all’estate scorsa si poteva comprare il diritto a costruire anche senza acquistare il terreno da cui questo diritto nasce. Funzionava così: se ci sono due terreni in cui è possibile edificare, il proprietario di uno può cedere all’altro la propria cubatura rinunciando a costruire. In questo modo l’acquirente sommava alla cubatura consentita per l’estensione del proprio terreno quella acquistata: l’effetto è ovviamente quello di poter costruire una casa più grande rispetto ai limiti normali.

«Questa norma - ha spiegato ieri Aricò - ha dato vita a migliaia di compravendite di cubature. E una volta acquistata la possibilità di costruire sui Comuni piovevano incessantemente richieste di concessioni edilizie. Tutto legittimo fino a quando l’Ars non ha cambiato le regole». Ad agosto è stata approvata una norma che, spiega l’assessorato all’Urbanistica, «ha stabilito che per potere trasferire la cubatura da un terreno ad un altro, gli stessi devono essere contigui e ricadenti nella stessa zona territoriale omogenea. Questa norma ha di fatto bloccato il rilascio da parte dei Comuni del permesso di costruire relativamente alle istanze presentante prima dell’entrata in vigore della legge e non ancora istruite».

Insomma, chi aveva acquistato la cubatura ma non aveva ottenuto in tempo la concessione edilizia è rimasto in un limbo: da agosto a oggi l’acquisto è rimasto valido ma il permesso di costruire è stato negato o la domanda non è stata esaminata.

L’emendamento di Aricò sana tutte queste pratiche: «Si tratta di migliaia di richieste di concessioni che ora possono essere sbloccate», assicura il capogruppo di Diventerà Bellissima. Aggiungendo che per il futuro questa possibilità resta invece fortemente limitata dal fatto che i terreni debbono essere «contigui e ricadenti nella stessa zona territoriale omogenea». Nulla cambia, invece, per centinaia di migliaia di domande di sanatoria edilizia pendenti nei Comuni in base ai condoni degli anni Ottanta, Novanta e del 2003: restano soggetti alle vecchie regole.

In realtà il testo sull’edilizia, la prima legge approvata all’Ars nel 2022 se si esclude l’esercizio provvisorio, era nato con un altro obiettivo: correggere la riforma dell’agosto scorso dopo l’impugnativa di varie norme da parte del Consiglio dei ministri.

La legge è stata poi arricchita di varie norme, come segnala lo stesso assessore proponente, Toto Cordaro: «Tra gli articoli approvati ce ne sono alcuni di particolare interesse per i Comuni e per la gestione delle aree ex Asi in Sici, per le quali è consentita la possibilità di cambi di destinazione d’uso per tutte le costruzioni già destinate ad abitazione civile, anche per attività artigianali e industriali, oltre che per le già previste attività turistico-ricettive ovvero commerciali e di servizi». Per Cordaro «con queste norme il governo Musumeci ha completato il riordino del settore dell’edilizia e dell’urbanistica».

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