Pensioni più ricche da marzo, grazie alle minori tasse e al recupero dell'inflazione, fissata all'1,7%. L'Inps adegua tutte le pensioni degli italiani alla riforma dell'Irpef e lo fa in modo retroattivo dal primo gennaio 2022.
Pensioni più ricche a marzo
A marzo, in pratica, si assiste al conguaglio di tre mensilità di "tagli" alle tasse, e quindi si sommano anche gennaio e febbraio, quando l'Irpef è stata calcolata alla vecchia maniera. Inoltre, i pensionati che hanno figli under 21 o disabili non troveranno più nel cedolino le detrazioni e gli assegni familiari, perché sostituiti dall'assegno unico.
La riforma Irpef
La riforma Irpef del governo Draghi porta cambiamenti in scaglioni, aliquote e detrazioni. I primi due vengono ridotti da cinque a quattro e sono identici a quelli applicati ai lavoratori dipendenti. Il nuovo sistema di detrazioni Irpef fa riferimento a 4 scaglioni: l'aliquota del 23% per coloro con un reddito che non va oltre i 15mila euro; l'aliquota del 25% applicata a redditi compresi tra 15.000 ed i 28mila euro; l'aliquota del 35% per redditi compresi tra 28mila e 50mila euro; l'aliquota del 43% destinata a coloro che presentano un reddito oltre 50.001 euro.
Recupero dell'inflazione
Novità anche per quanto riguarda l'inflazione. Si tratta di un adeguamento rispetto al tasso di inflazione in modo tale da contenere il caro prezzi e far mantenere il potere d'acquisto ai pensionati italiani. In questo 2022 il tasso di rivalutazione è passato dall'1,6% all'1,7%. L'Istat ha certificato un tasso di inflazione definitivo nel 2021 dell'1,9%, ma sulle pensioni del 2022 verrà recuperato solo l'1,7% e il restante 0,2% passa al 2023 come conguaglio Inps. Anche per questa voce c'è un conguaglio: nei mesi di gennaio e febbraio Inps ha già rivalutato le pensioni all'1,6% inizialmente stimato ma dal mese di marzo si applica l'1,7% e si recupera anche lo 0,1% dei primi due mesi.
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