Obiettivi raggiunti in tempo, esame della Commissione europea passato a pieni voti, prima rata in arrivo: il primo anno del Piano nazionale di rilancio e resilienza è andato secondo il copione scritto dal governo italiano, che ora passa all’incasso dei primi 21 miliardi di euro del Recovery fund. Finora c'era stato soltanto l’anticipo, o pre-finanziamento, ad agosto scorso, di 24,9 miliardi. Ora, non appena ci sarà il via libera formale e finale del Comitato economico e finanziario della Ue, cioè gli sherpa dell’Ecofin, arriveranno altri 21 miliardi, 10 di sovvenzioni a fondo perduto e 11 di prestiti.
Energia e guerra fonti di timore
E il nuovo conto alla rovescia per l’anno 2022 è già partito: 100 obiettivi da raggiungere - due già centrati - e una nuova rata da 40 miliardi. Sempre se il piano italiano non sarà rivisto: con i prezzi energetici e delle materie prime alle stelle, l’inflazione che resterà alta, e i venti di guerra che non migliorano le prospettive, il governo potrebbe chiedere di rivedere alcuni investimenti, perché i costi stimati oltre un anno fa potrebbero non essere più realistici.
Il giudizio di Bruxelles
L’Italia aveva chiuso il dossier Pnrr 2021 il 30 dicembre scorso, inviando a Bruxelles la richiesta di pagamento per 24 miliardi. Ne otterrà 21 perché ogni rata sconta l’anticipo di agosto. «Le autorità italiane hanno fornito prove dettagliate ed esaurienti che dimostrano il soddisfacente raggiungimento dei 51 obiettivi», tra investimenti e riforme, previsti nel Pnrr, spiega la Commissione europea, che ha dato la sua «valutazione preliminare positiva della richiesta di pagamento». Gli obiettivi raggiunti, sottolinea, «dimostrano progressi significativi nell’attuazione del piano italiano e del suo ampio programma di riforme».
Le riforme che piacciono
Bruxelles entra nel dettaglio, e apprezza in particolare la riforma della giustizia civile e penale e quella del quadro fallimentare, l’aumento della capacità amministrativa e la semplificazione del sistema degli appalti pubblici che «contribuiranno a rafforzare il contesto imprenditoriale e l’efficacia della pubblica amministrazione». Valutazione molto positiva anche per l’adozione della Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol) e del Piano nazionale per le nuove competenze, nonché il sostegno all’imprenditoria femminile perché «dovrebbero contribuire all’efficienza e all’equità dei mercati del lavoro». Infine, con gli obiettivi raggiunti si va avanti anche con gli investimenti sulla digitalizzazione delle imprese e sul sostegno alle Pmi. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, plaude alle «importanti riforme» e assicura all’Italia sostegno «nel suo ambizioso percorso di ripresa». Sostegno ancora più importante «in questi tempi incerti», sottolinea il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, ricordando come «sarà essenziale continuare l’efficace attuazione del Pnrr: 100 traguardi e obiettivi dovrebbero essere raggiunti nel 2022, legati a pagamenti per 40 miliardi».
Gli obiettivi da raggiungere
Nel primo semestre gli obiettivi sono 45, di cui due già raggiunti, per una rata da 26 miliardi da richiedere prima dell’estate. Rispetto al 2021, ricordava il ministro Daniele Franco giorni fa in Parlamento, cresce il numero degli obiettivi quantitativi, che diventano 17 dai 2 del 2021. E cresce molto il ruolo degli enti locali, considerato «uno dei temi più complessi dell’attuazione del piano», tanto che un tavolo apposito monitorerà le misure per rafforzarli. Ma l’attenzione, soprattutto nelle prossime settimane, sarà sull'eventualità di un ritocco del Pnrr stesso: le regole europee lo consentono, sottolineava Franco, «ove sopravvengano fattori che rimettono in discussione gli obiettivi». La fiammata dei prezzi delle bollette potrebbe essere uno di questi, e il governo è pronto a valutare una revisione di alcuni investimenti qualora, dopo le valutazioni già in corso, dovesse rivelarsi necessario.