«Limoni pronti per la Germania, arance per la Svizzera, ortaggi per i mercati del Nord. Svariate migliaia di euro rischiano di andare in fumo se non si sblocca la vertenza dei Tir che sta impedendo agli agricoltori di far partire il raccolto già ordinato». Lo afferma in una nota Coldiretti Sicilia che parla di «vera e propria tragedia», perché, spiega, «i prodotti sono già raccolti, confezionati e il mancato arrivo provocherà penalizzazioni ulteriori». «Si trovi una situazione subito - aggiunge Coldiretti Sicilia - perché i prodotti marciscono. Non ci sono alternative al trasporto gommato, su cui viaggia la quasi totalità delle merci dell’Isola. Da Palermo a Catania fino a Siracusa e Ragusa tutta la merce è bloccata nei magazzini e altra dev'essere subito raccolta. Si sta configurando l’ennesima calamità per questa Regione - conclude Coldiretti - e per questo chiediamo che le istituzioni si attivino immediatamente affinché la situazione si sblocchi». «Con l’85% delle merci che viaggia sui strada, lo sciopero dei Tir con i blocchi stradali provoca danni incalcolabili dal campo alla tavola, con i prodotti deperibili come frutta, verdura, funghi e fiori fermi nei magazzini che marciscono e il rischio concreto di scaffali vuoti anche per la mancanza di forniture all’industria alimentare costretta a fermare gli impianti di lavorazione», afferma in riferimento alla protesta degli autotrasportatori dalla Sicilia alla Puglia fino alla Campania a Nola la Coldiretti. Poi sottolinea: «Occorre trovare una soluzione immediata per rimuovere i blocchi stradali e consentire la ripresa dei ritiri dei prodotti nei magazzini e la consegna ad industrie alimentari e distribuzione commerciale. Sul piano strutturale occorre intervenire con I fondi del Pnrr per ridurre il deficit logistico nazionale che fa perdere competitività al Made in Italy sui mercati internazionali». Per l’associazione il blocco «aggrava le già pesanti difficoltà della filiera agroalimentare costretta a far fronte a pesanti aumenti dei costi di produzione per le materie prime e l’energia la capacità di autoapprovvigionamento alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali con accaparramenti, speculazioni e limiti alla circolazione delle merci e venti di guerra in Ucraina che soffiano sui prezzi di gas e carburanti». «Dalle arance ai limoni fino ai pomodori e agli altri prodotti ortofrutticoli - continua Coldiretti - si rischia di dover buttare I prodotti salvati nelle campagne dalla difficile situazione climatica ma il problema riguarda anche i lattiero caseari. A preoccupare è anche l’impatto sulle esportazioni con i concorrenti stranieri pronti a prendere lo spazio del Made in Italy sugli scaffali di negozi e supermercati all’estero, mettendo a rischio il record di 52 miliardi di export agroalimentare realizzato nel 2021, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat».