Vengono accolte con favore in Sicilia le modifiche al Superbonus edilizio, in particolare la parte che riguarda la cessione dei crediti. Il governo, infatti, ha modificato il decreto e reso possibile la cessione dei crediti per tre volte (invece della singola ipotizzata in precedenza). Le cessioni successive alla prima dovranno essere tutte indirizzate solo ad una società vigilata (può essere una banca, una assicurazione o finanziaria iscritta all’albo). La terza e ultima cessione potrà essere fatta, ancora una volta, solo ad una società vigilata. Nelle scorse settimane sindacati e parti sociali avevano manifestato tutte le loro criticità contro l’ipotesi di cessione unica dei crediti che avrebbe rappresentato un deciso colpo di freno su un’auto lanciata in corsa. In Sicilia, infatti, sono circa 9.500 le nuove assunzioni nel settore edile nel trimestre che sarebbero state messe a rischio dalle nuove norme. Una misura che in Sicilia è riuscita a cumulare oltre 268 milioni di euro ammessi a detrazione ad agosto, 85 a settembre, 389 a ottobre, 187 a novembre, 529 a dicembre e 307 a gennaio del 2022 per complessivamente circa un miliardo e settecento milioni.
«Sembrava all’improvviso che la misura più importante per il rilancio dell’edilizia e l’efficientamento del patrimonio subisse una botta d’arresto quasi mortale», commenta Massimiliano Miconi alla guida di Ance Palermo, l’associazione dei costruttori edili del capoluogo. «Si era creato un profondo senso di preoccupazione - spiega- e le modifiche introdotte vanno nella direzione che noi chiedevamo e per le quali l’associazione nazionale ha fatto un pressing fortissimo». Miconi ribadisce l’invito ad «affidarsi ad imprese qualificate e aziende che abbiano anche le stesse certificazioni di quelle che possono partecipare agli appalti pubblici». Proprio in questa direzione Ance Palermo ha deliberato la scorsa settimana all’unanimità di aderire al protocollo di legalità nazionale redatto dall’associazione per un monitoraggio interno delle imprese e delle filiera. Protocollo che è stato sottoposto anche all’attenzione del prefetto del capoluogo. «Un modo - conclude Miconi - per avere un reticolo di aziende e fornitori mappato e certificato». Il decreto così come era strutturato, aggiunge invece Giuseppe Pezzati alla guida della Confartigianato regionale «ha paralizzato il mercato delle costruzioni». Tutto bene? Restano ancora alcuni nodi, evidenzia Pezzati come quello «della cessione del credito fra fornitori e distributori di componenti all’interno delle filiere: ci auguriamo possa essere considerato e risolto nell’ambito dell’esame parlamentare».
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