Un "bollino" per evitare le frodi. È l'idea che si fa spazio nel Governo per evitare le truffe legate al Superbonus 110. Si tratterebbe di un codice emesso dall'Agenzia delle Entrate che resta agganciato al credito ad ogni cessione. L'ipotesi nasce dalla necessità di ripristinare più cessioni del credito e permettere maggiore margine di movimenti alle imprese edili. La stretta del governo con le limitazioni alle cessioni del credito, è arrivata a fronte della emersione di 4,4 miliardi di crediti inesistenti individuati da Agenzia delle Entrate e guardia di finanza. Un allarme lanciato anche dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che ha parlato di "un quadro preoccupante" dove la criminalità organizzata non ha avuto difficoltà ad insinuarsi. In Parlamento, di contro, praticamente tutte le forze politiche premono per modificare le limitazioni introdotte. Ruffini illustra la situazione nel dettaglio: la circolazione dei crediti d'imposta, "qualora attuata tramite una catena di cessioni particolarmente articolata e simulata con perizia, rende complesso per l'intermediario finanziario valutare, nell'esercizio dell'ordinaria diligenza professionale, la liceità dell'operazione, con il rischio di prendere parte involontariamente a condotte fraudolente, contigue anche al riciclaggio di denaro". Il pressing per la modifica della norma inserita nel decreto Sostegni-ter però rimane. Davanti alla stessa Commissione Bilancio del Senato che sta esaminando il provvedimento, i proprietari immobiliari di Confedilizia e gli artigiani riuniti in Cna, Confartigianato e Confapi hanno continuato a chiedere il ritorno alla possibilità di cessione multipla del credito per esorcizzare il blocco venutosi a creare immediatamente dopo l'approvazione della stretta. La palla passa ora al governo, che - tra ipotesi 'bollino' o operazioni permesse solo tra soggetti vigilati - dovrà trovare velocemente un giusto equilibrio tra lotta alle frodi e necessità dell'economia.