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Lavoro, concorso per carabinieri con domanda sui Pokémon: ecco il quesito della discordia

Cosa lega i carabinieri e i Pokémon? Nulla apparentemente. Anche se al concorso di lavoro per entrare a far parte dell'Arma c'era una domanda dedicata alle creature ideate da Satoshi Tajiri. E non sono mancate le polemiche.

Concorso per carabinieri, ecco la domanda sui Pokémon

La domanda della discordia sui Pokémon era la seguente:

«Qual è, tra le altre, una caratteristica dei Pokémon, le creature dell'omonimo videogioco di Satoshi Taijri?».

Le risposte a scelta multipla erano:
1) «che si nutrano di pizza»
2) «che non muoiano in combattimento»
3) «che camminino all'indietro»
4) «che si spostino con biciclette ad una ruota».

La risposta giusta è la numero 2. Ma per saperlo è necessario conoscere nel dettaglio l'universo Pokémon che comprende videogiochi, ma anche giochi di carte e serie animata. Insomma, si tratta di stretta attualità. Ed ecco perchè le creature di Satoshi Tajiri sono finite in una domanda di cultura generale della 27esima edizione del concorso interno per Sovrintendenti dei Carabinieri.

La polemica

La scelta di una domanda sui Pokémon non è stata gradita dall'Unarma, l’Associazione sindacale Carabinieri, che attraverso il segretario generale Antonio Nicolosi, ha presentato un esposto al Comando Generale dell’Arma, ritenendo troppo complessa la domanda che è stata posta, poiché troppo selettiva e appannaggio di giocatori e di partecipanti a tornei.

«Non ci sono dubbi che una Istituzione che operi nel sociale, ovvero che manifesta la sua azione in un contesto umanizzato, debba conoscere le tendenze per due ordini di motivi - ha commentato l'Unarma -. Il primo, perché ciò gli permette di valutare in che modo e in che termini soprattutto certi fenomeni si manifestano per comprenderne le ragioni e poter, in questo modo, decidere in che modo garantire l’ordine e la sicurezza pubblica. Il secondo, correlato al primo, è che tale conoscenza, dovrebbe permettere una migliore aderenza e contestualizzazione non solo dell’operato del singolo carabiniere, ma di ogni pianificazione che sta al di sopra di esso e di cui, il militare appunto, ne è il terminale».

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