Il progetto è in corso e ci vorranno, almeno, cinque anni ma il lancio dell’euro digitale da parte della Bce «sarà inevitabile» perchè il mondo si sta muovendo sempre più rapidamente verso la digitalizzazione. Il componente del board della Bce Fabio Panetta sceglie la platea di Federcasse a Roma, dove tiene la lectio cooperativa, per lanciare un messaggio che va un pò più al di là della tradizionale prudenza di Francoforte.
Ottanta paesi al lavoro per le valute digitali
Panetta, che è il responsabile del progetto lanciato ufficialmente nel luglio scorso dopo una lunga carriera in Banca d’Italia, ha sottolineato come 80 paesi nel mondo si stiano muovendo per la creazione di valute digitali mentre è sempre più forte la crescita delle criptovalute, degli stablecoin e delle transazioni di pagamento da parte dei grandi colossi tech. L’ultimo in ordine di tempo è WhatsApp che permetterà agli utenti americani (e in prospettiva anche in India e Brasile), di inviare e ricevere denaro tramite il portafoglio digitale Novi, sviluppato da Facebook-Meta. Novi nasce dal progetto di valuta digitale Libra, che Facebook aveva annunciato nel 2019 con l’obiettivo di rivoluzionare l’economia globale, poi sgonfiatosi.
Le banconote non sparirebbero
Per questo, rileva, la Ue può contrapporre una «moneta sovrana utilizzabile da chiunque, famiglie, imprese commercianti» con gli stessi servizi delle banconote che non sparirebbero. Una valuta senza rischi «di mercato, credito e liquidità» e che assicurerebbe anche una maggiore tutela della privacy rispetto a quella delle società private che guadagnano sempre più non dalle commissioni sulle transazioni ma dai dati degli utenti ponendo rischi alla tutela «di aspetti provati della nostra vita o le tendenze politiche o sessuali o lo stato di salute» interferendo «con le regole di funzionamento di una moderna democrazia liberale». Secondo Panetta una “colonizzazionè del sistema europeo dei pagamenti non è un pericolo imminente ma neanche remoto data la velocità dei cambiamenti nella finanza globale». Già adesso due terzi dei pagamenti digitali al dettaglio sono intermediati da operatori esteri e la seconda area economica più importante a livello mondiale, quale è l’Ue, non può permetterselo. Un euro digitale non farebbe entrare la Bce in questo mercato ma offrirebbe una valuta «sicura e a basso costo».
Progetto complesso, serve un accordo internazionale
La valuta unica digitale poi aggiungerebbe un elemento di stabilità al mondo della finanza digitale dove sono sempre più in crescita le criptovalute. Su queste, il pensiero di Panetta più volte ribadito anche dalla gran parte delle banche centrali nel mondo è chiaro: non sono monete ma sono «criptoattività, strumenti fittizi» che oltretutto sono «fonti di enorme inquinamento e danno ambientale e ampiamente utilizzate per attività criminali e terroristiche e per occultare redditi al fisco». Certo il progetto è complesso e dopo i 5 anni di attuazione del progetto Bce ci vorrà l’assenso del parlamento Ue e del Consiglio d’Europa. La Cina, prima a partire nel 2013, testerà la sua valuta alle prossime Olimpiadi invernali mentre la Svezia ha il vantaggio di una forte digitalizzazione diffusa. La Bce «può far tesoro di queste esperienze» spiega Panetta per un «obiettivo ambizioso e complesso».