Sono almeno cinque o sei le opzioni su come impiegare gli otto miliardi a disposizione nella manovra per tagliare le tasse agli italiani. Le sta mettendo a punto il Ministero del Tesoro, impegnato in queste ore a produrre le simulazioni dei diversi interventi per alleggerire il fisco, in vista del nuovo tavolo di maggioranza, convocato ancora al Mef, che lunedì alle 15 dovrà provare a fare una sintesi delle diverse opzioni.
Allo studio, sul fronte Irpef, il ritocco di due aliquote, mentre per l'Irap si ragione su come esonerare le imprese più piccole. Se abolire la tassa sulle attività produttive costa due miliardi, ne restano sei per intervenire sui redditi. I sindacati, però, non sono d'accordo con la suddivisione e rilanciano la loro battaglia: gli otto miliardi devono andare tutti ad alleggerire il carico sui lavoratori dipendenti e sui pensionati.
Per quanto riguarda l'Irpef, i tecnici del ministro Daniele Franco lavorano a simulazioni che vedono il ritocco di due aliquote, quella al 38% e quella al 27%. Tagliare di un punto la prima, quindi toccando i redditi nello scaglione 28-55mila euro, costa circa un miliardo di euro. Invece un punto della seconda, che comprende i redditi tra 15-28mila, costa due miliardi. I numeri saranno presentati ai responsabili economici dei partiti - gli stessi già riuniti venerdì - e verrà chiesto loro di decidere dove intervenire. L'obiettivo è indirizzare il taglio su un'aliquota soltanto, per non disperderne l'impatto.
Bisognerà altresì evitare di inasprire troppo i gradini, per non creare disparità troppo grandi tra uno scaglione e l'altro.
Allo studio ci sono anche le modifiche al sistema delle detrazioni, e saranno almeno due le opzioni che finiranno sul tavolo di lunedì, toccando così platee differenti. Anche sul taglio dell'Irap sono almeno due gli interventi su cui si ragiona: per aiutare le imprese più piccole, si metterebbe sul tavolo sia l'abolizione della tassa su società di persone e ditte individuali, sia l'idea di fissare una soglia di produzione sotto cui scatta l'esonero.
I partiti avranno quindi parecchie opzioni tra cui scegliere, con fattibilità già assicurata.
Già venerdì, in nome dello spirito di mediazione, avevano rinunciato alle barricate sulle loro misure-bandiera, ed avevano trovato una convergenza possibile proprio su Irpef e Irap. Ma il passaggio successivo, cioè la sintesi sulle opzioni del Mef, è tutt'altro che scontato, e molto probabilmente richiederà un nuovo passaggio per negoziare direttamente con i leader dei partiti. Intanto anche i sindacati, scesi in piazza proprio su 'Pensioni, Fisco, Lavoro, Sviluppo', piantano i loro paletti.
"Bisogna decidere che gli 8 miliardi destinati al fisco debbano andare ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. E' il momento di fare questa scelta vista la crescita dei prezzi, visto l'abbassamento delle pensioni e dei salari in questi anni", ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine della manifestazione regionale ad Ancona promossa da Cgil, Cisl e Uil. A poca distanza da Landini, alla manifestazione di Mestre sempre sulla manovra, il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, ribadiva lo stesso concetto: bene che il Governo abbia aperto un tavolo su pensioni e fisco, ma deve indirizzare alla riduzione dell'Irpef tutti gli otto miliardi disponibili. "Bisogna alzare l'azione di contrasto contro l'evasione fiscale e prepararci ad affrontare poi la fase di riforma organica e strutturale del fisco nel nostro Paese.
Questa mobilitazione che abbiamo messo in campo è costruttiva, è responsabile, serve a migliorare l'impostazione politica economica del Governo", ha aggiunto Sbarra.
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