In appena tre giorni di maltempo si sono abbattute sulla Sicilia diciassette bombe d’acqua che hanno causato vittime e danni nelle città e nelle campagne. È quanto emerge dal bilancio della Coldiretti sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo che investito la Sicilia, sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database.
I 17 eventi estremi hanno colpito le province di, Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani. Gli eventi più devastanti - precisa la Coldiretti - si sono verificati a Linguaglossa in provincia di Catania, dove domenica sono caduti 320 millimetri per una durata di 18,5 ore, mentre a Catania le precipitazioni di lunedì sono durate 8 ore con la caduta di 127 millimetri di acqua mentre martedì sono caduti 98 millimetri con una durata della pioggia di ben 7 ore.
Il risultato delle intense precipitazioni nella regione - sottolinea la Coldiretti - sono verdure e ortaggi affogati, piante di agrumi abbattute nelle campagne allagate, dove è impossibile effettuare la semina, interruzione della raccolta delle olive ormai mature, con danni incalcolabili per le aziende agricole. I violenti temporali e tempeste di vento si abbattono su una regione come la Sicilia che ha il 92,3% dei comuni con parte del proprio territorio a rischio frane e/o alluvioni, con i terreni che non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando allagamenti e smottamenti.
Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi stimati che hanno già superato i due miliardi quest’anno tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
Coldiretti Sicilia, commentando i dati Ispra, sottolinea quanto sia impellente una politica del territorio che comprenda anche infrastrutture adeguate alla rivoluzione climatica in corso.
I giorni di pioggia che continua a cadere stanno massacrando l’agricoltura della provincia di Catania – aggiunge Coldiretti Sicilia - . Non solo gli ortaggi ma anche gli agrumi e le varie strutture aziendali hanno subito danni incalcolabili.
Così come nel 2018 le aree della Piana di Catania si sono allagate senza che siano state messe in atto azioni di tutela. Tubi rotti, inesistenti sistemi di conservazione delle risorse idriche, che in estate mancano, fotografano una situazione gravissima. «La cementificazione selvaggia, gli incendi, l’erosione del suolo, il crescente quanto preoccupante fenomeno di istallazione di impianti fotovoltaici a terra sono le cause principali di quello che sembra essere una tragedia annunciata», conclude Coldiretti Sicilia.
L’uragano Mediterraneo ha distrutto nuovi impianti. Il monitoraggio nelle zone agrumate della Piana di Catania è continuo. Servirà almeno una settimana di tregua per stimare i danni, ma si intende recuperare a pieno l'andamento produttivo, stando a quanto assicura una nota di Oranfrizer. «È stata un’esondazione continua - spiega Nello Alba, amministratore delegato Oranfrizer -. Siamo stati da subito impegnati a cooperare per il soccorso di mezzi e persone in difficoltà che, durante i momenti più acuti del nubifragio, hanno potuto mettersi in sicurezza nei nostri spazi. Stiamo ospitando la Protezione civile, la Croce Rossa e i vigili del fuoco offrendo servizi ed energia elettrica. Circa quattro ettari di impianti produttivi sono stati completamente distrutti da fiumi in piena. Il volume più imponente rimane disponibile ma ogni ora di pioggia adesso è un problema. Attendiamo che venga dichiarato lo stato di calamità e auspichiamo che, stavolta, vengano garantite le complete misure di ristoro e in tempi brevi. Gli agricoltori siciliani hanno già subìto l’alluvione del 2018, l’80% delle risorse a copertura dei gravi danni provocati da quella calamità sono stati tagliati, ad ora quel 20% di esigue risorse per il recupero degli impianti devono ancora essere elargiti. Per recuperare gli agrumeti distrutti è necessario restituire il maltolto al 100%».
La prossima stagione agrumicola sarà segnata dalla scarsità di volumi, con circa il 30% in meno di prodotto disponibile. Oranfrizer punterà sulle cultivar Tarocco Ippolito, Sciara, Meli e Sant'Alfio. «In Sicilia ripristineremo gli agrumeti danneggiati dal nubifragio, con tutti i raccolti disponibili ci impegneremo a soddisfare la domanda per far fronte alla tendenza di consumo di arancia, che è in leggero aumento», afferma il ceo di Unifrutti Europe Gianluca Defendini. L’apprezzamento dei consumatori, spiega, è spinto soprattutto dal loro prezioso contenuto di Vitamina C, cresce inoltre il trend della ricerca di agrumi dalla polpa rossa e con buccia edibile. «Ne intensificheremo la produzione - asssicura -. Stiamo investendo sui territori d’eccellenza sia in Italia che negli altri paesi di produzione, amplieremo le coltivazioni low chem e chem free».
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