Non si ferma la corsa dei prezzi dell’energia, con il petrolio che schizza ai massimi da tre anni. Una tensione che si protrae da mesi e le cui ripercussioni, oltre a pesare sui mercati e ad impensierire la Cina nella morsa della crisi energetica, finiscono per essere pagate a caro prezzo anche dai consumatori. Oltre alla benzina che continua a salire, arrivano, come ampiamente atteso, nuovi rialzi per le bollette di luce e gas. Dal primo ottobre le tariffe crescono infatti di quasi il 30% per la luce e di oltre il 14% per il gas. Maxi-rincari che avrebbero potuto essere ben maggiori se non fosse sceso in campo il governo con un intervento da 3,5 miliardi. «La straordinaria dinamica dei prezzi delle materie prime verso i massimi storici e le alte quotazioni dei permessi di emissione di CO2, avrebbero portato ad un aumento superiore al 45% della bolletta dell’elettricità e di oltre il 30% di quella del gas», spiega l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Ma grazie al decreto d’urgenza del governo, che ha permesso di attutire l’impatto su 35 milioni di clienti tra famiglie (29 milioni) e microimprese, l’Arera ha potuto intervenire annullando transitoriamente gli oneri generali di sistema in bolletta e potenziando il bonus sociale alle famiglie in difficoltà (per i 3 milioni di famiglie col bonus elettricità e i 2,5 milioni con il bonus gas gli incrementi sono stati praticamente azzerati). Con il risultato che gli aumenti per il quarto trimestre (ottobre-dicembre) saranno del 29,8% per la bolletta dell’elettricità della famiglia tipo in tutela e del 14,4% per quella del gas (grazie anche alla riduzione dell’Iva contenuta nel decreto). L’effetto finale è che la famiglia tipo spenderà quest’anno circa 631 euro per l’elettricità, con un aumento di circa 145 euro su base annua, e 1.130 euro per la bolletta del gas (+155 euro annui). Una spesa che risulta molto superiore (+30% per la luce e +15% per il gas) a quella del 2020, quando però, nel periodo della pandemia, i prezzi erano particolarmente bassi: se si raffronta con il 2019, prima dell’emergenza sanitaria, la spesa annua per l’elettricità risulta superiore di circa il 13%, mentre quella per il gas è praticamente tornata ai livelli pre-Covid. «L'intervento del governo, cui abbiamo fornito il necessario supporto tecnico, ammorbidisce gli effetti in una fase delicata della ripresa per proteggere i consumatori più fragili», spiega il presidente dell’Arera Stefano Besseghini, che torna a ribadire la necessità di lavorare per «sfruttare tutte le opportunità per una riduzione strutturale dei costi energetici». È infatti la seconda volta in tre mesi (lo aveva già fatto a luglio con un intervento da 1,2 miliardi) che il governo è costretto ad attivarsi per mitigare gli incrementi in bolletta legati ai rincari dei prezzi dell’energia. Chiedono interventi strutturali anche i consumatori, che giudicano insufficienti gli interventi del governo, calcolando una «stangata» per le famiglie da oltre 300 euro annui. Dietro gli aumenti delle tariffe c'è il trend in forte crescita delle quotazioni delle principali materie prime energetiche, con in particolare i prezzi del gas cresciuti di oltre l’80% nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti. Prezzi correlati anche al costo della Co2 che, da fine agosto, si è attestato oltre i 60 euro/tCo2 (erano 28 euro nel settembre 2020). Un andamento che non sembra destinato a invertire rotta nei prossimi mesi. Le quotazioni del Brent hanno superato gli 80 dollari al barile per la prima volta in quasi tre anni (corre anche il Wti, intorno ai 76 dollari), con Goldman Sachs che prevede possa arrivare a 90 dollari per fine anno.