Da domani, oltre 23mila attività in Sicilia legate al mondo dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, etc.) saranno pronte, pur tra notevoli difficoltà organizzative, al controllo dei green pass dei clienti che consumeranno al tavolo all'interno dei locali. Lo rende noto Confcommercio.
"Non manca tuttavia chi, soprattutto tra i bar, ha scelto di eliminare il consumo al tavolo perché non in grado di garantire il controllo dei certificati", dice il presidente regionale Fipe Confcommercio, Dario Pistorio, che aggiuge: "L'ipotesi di dover controllare i documenti di identità viene vissuta con profondo disagio perché rappresenta un atto di sfiducia nei riguardi dei clienti e una forzatura perché gli imprenditori e gli addetti non possono svolgere funzioni da pubblico ufficiale. La responsabilità dell'uso improprio del green pass non può ricadere sulle imprese ed è per questo che fin dall'inizio abbiamo sostenuto la procedura dell'autocertificazione che è stata alla base di tutte le norme varate nei momenti più complicati della pandemia".
Il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, aggiunge: "Occorre immediatamente mettere mano al decreto legge per correggere una distorsione che le imprese faranno fatica ad applicare. Da ultimo, va segnalata la difficoltà di quel 40% di imprese che non hanno spazi esterni che si troveranno a respingere i turisti che provengono da quei Paesi che hanno somministrato vaccini non riconosciuti dall'Ema. Un bel paradosso in piena stagione turistica".
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